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Supercar californiana alla spina: la prova della Tesla Model S

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Supercar californiana alla spina: la prova della Tesla Model S

Una cosa è certa: la Tesla Model S è una vettura straordinaria. E lo è per le altissime prestazioni, ai limiti irragionevoli di una supercar, e per la tecnologia complessiva. Un’auto spesso osannata, mitizzata, considerata l’esempio tangibile di una rivoluzione che affascina anche per la carismatica e controversa figura del ceo Elon Musk, un genio anche del marketing che è stato capace di “vendere” 400mila prenotazioni per un concept: la Model 3.

Abbiamo provato per qualche giorno una Model S 90D integrale equipaggiata di tutto punto (circa 30mila euro di optional), compresi cerchi da 21 pollici (ben 5.100 euro), sistema “pilota automatico” (2.800 euro), stereo top (2.800 euro) e sospensioni pneumatiche attive (2.800 euro) per un totale di quasi 158mila euro. Una gran bella cifra, ma vanno considerati alcuni aspetti: l’auto offre un costo totale del possesso inferiore a una vettura a combustione interna per l’inferiore manutenzione, la batteria da 90 kWh è garantita per otto anni senza limite di chilometri, offre performance da sportiva di gran lignaggio (da 0 a 100 km/h in 3,3 secondi) e un’autonomia teorica a emissioni zero di circa 500 km (ma noi non ci siamo mai riusciti). Le performance top sono assicurate da un totale di 762 cv (568 kW) generati da un elettromotore da 503 cv (375 kW) al posteriore e da un’unità da 259 cv (193 kW) sull’assale anteriore.

Il design della vettura è piacevole, ma non stupefacente o particolarmente originale, viste le somiglianze con altre vetture. Tra l’altro la Model S è stata oggetto di un lieve restyling che ne ha reso meno espressivi i lineamenti del frontale.

A bordo ci sono luci e ombre: si nota lo sforzo di costruire una vettura di lusso, ma ci sono alcune cadute di stile nell’assemblaggio e nella scelta dei componenti; per contro l’auto è comoda e molto spaziosa.

Strepitoso il sistema di infotainment e controllo vettura, composto da un megaschermo da 17 pollici, che come unico piccolo neo ha il fatto di essere lucido e riflettente. Per chi ha un garage troppo stretto non manca la possibilità di parcheggiarla, stando fuori dall’auto, con un’app.

Al volante la Model S è ineccepibile: tenuta di strada e stabilità a livelli stratosferici con uno sterzo da vera sportiva e freni adeguati alle adrenaliniche prestazioni. Grazie alle quattro regolazioni dell’assetto e agli ammortizzatori ad aria, anche nei tratti più dissestati il comfort rimane sempre alto. Il sistema “auto pilot” (made in Bosch) merita l’acquisto anche se, in realtà, è in fase di sviluppo: funziona bene (anche nelle curve in modo analogo a una Mercedes Classe E), ma bisogna ricordarsi che è solo un impianto per migliorare il comfort e che la Tesla non è un’auto senza conducente.

Abbiamo anche provato il Supercharger, dove in poco tempo si fa il pieno di energia (50% in 20 minuti) e si chiacchiera con altri entusiasti (e spesso azionisti) fan della Tesla. Grazie alla presenza delle stazioni di ricarica anche in autostrada, oggi è possibile fare un viaggio Milano-Roma senza l’ansia di rimanere senza corrente a metà tragitto.

In conclusione, la Model S è un oggetto che ci proietta in un futuro elettrico, senza però sacrificare il piacere di guida in nome di una mobilità a zero emissioni. Prezzo a parte, l’ammiraglia americana può iniziare ad attirare nuovi clienti. In attesa di batterie veramente rivoluzionarie: con meno celle e di maggiore densità.

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