Sono passati quasi 14 anni da quando al salone di Ginevra debuttò il concept Kamal, ma ora il suv di Alfa Romeo è diventato realtà.
Il primo sport utility della casa italiana si chiama Stelvio (e non ci sono sorprese visto che il nome circola da mesi) ed è stato svelato al salone di Los Angeles.
Con l'”Alfa Suv”, il Biscione accende il secondo stadio del rilancio, dopo il primo, quello di Giulia, che ne ha sancito il ritorno in grande stile, un vero reboot per usare un termine hi-tech. Alfa Romeo entra così nel segmento dei suv premium di taglia media (ne arriverà un secondo più grande, classe “Maserati Levante” per intenderci, ma prima potrebbe arrivare la Giulia station wagon).

Stelvio sfida apertamente i protagonisti del settore (tedeschi principalmente): Audi e il suo Q5 (la cui seconda generazione è stata da poco presentata), Bmw con X3 e Mercedes GLC. Ma tra i concorrenti della nascente gamma suv di Alfa Romeo, compreso il modello più grande allo studio, ci sono anche le proposte di Jaguar Land Rover (Evoque in primis), Porsche e brand premium come Lexus di Toyota.

Certo, fa un po' strano vedere un'Alfa Romeo, made in Cassino per di più, che debutta in anteprima in America, ma è la conferma ulteriore che la geografia dell'auto è cambiata radicalmente. E a vederlo, lo Stelvio, così inconfondibilmente Alfa Romeo nelle sue linee scolpite e nel frontale dove il mitico trilobo è esibito con orgoglio, viene da chiedersi se la storia del marchio e dello stesso gruppo Fiat sarebbe andata diversamente se il management dell'epoca fosse stato lungimirante e avesse deciso di mettere in produzione il Kamal, cavalcando quell'onda, allora nascente, di suv e crossover che da lì a poco, sulla scia di modelli come Nissan Qashqai, sarebbe diventata impetuosa facendo degli sport utility di ogni taglia il macro segmento a più alto tasso di crescita. Dietrologie? Forse. Ma torniamo allo Stelvio, dal nome evocativo del più alto passo di montagna d'Italia ricco di curve e non a caso amato da automobilisti e motocilisti. A proposito di moto, Stelvio è anche il nome di una Guzzi.

Al salone di Los Angeles, Stelvio è apparso nella versione Quadrifoglio con motore V6 da 2.9 litri e 510 cavalli. Il copione è il medesimo di quello seguito con il lancio di Giulia, svelata il 24 giugno del 2015 proprio nell'edizione Quadrifoglio con il medesimo motore supervitaminizzato e sviluppato a Modena con Ferrari. Insomma Alfa Romeo, nel presentare il primo suv della sua storia ha cercato l'effetto wow dei 510 cavalli per sottolineare la sportività insita nel Dna del marchio. E non è poco in un mondo di auto supertecnologiche, che però emozionano come una saponetta, e di macchine, più immaginate che reali, capaci di guidare da sole. Alfa Romeo, invece, rimette al centro il guidatore, il piacere di guida e uno stile che non passa inosservato.

Ovviamente Stelvio avrà anche altri motori, è stato già annunciato che adotterà il due litri turbo benzina da 280 cavalli con cambio automatico a 8 marce, unità che da poco è offerta sulla versione “veloce” di Giulia. E visto che il suv firmato Alfa Romeo è basato sulla piattaforma (la cosiddetta Giorgio) utilizzata da Giulia è lecito attendersi anche senza conferme ufficiali che sotto il cofano di Stelvio ci saranno i 2.2 diesel a partire dalla versione da 210 cavalli e a seguire quella da 180 e forse anche la variante da 150, magari per ingolosire le flotte aziendali dove i fleet manager non vedono di buon occhio potenze troppo elevate. Stelvio sarà in vendita a partire dalla tarda primavera nelle varianti “normali” e dopo arriverà la versione Quadrifoglio lanciata al salone di Los Angeles, insieme a un altro suv di Fca: la nuova generazione Jeep Compass, un modello strategico per il gruppo guidato da Sergio Marchionne.

Alfa Romeo Stelvio misura 468 centimetri di lunghezza, 165 cm di altezza e 216 cm di larghezza. Non molto lungo, anzi abbastanza compatto, ed è bello largo, e questo conferisce alla vettura un aspetto dinamico contraddistinto da fiancate scolpite, spalle alte e muscolose nonché un lunotto posteriore molto inclinato che ne accentua il carattere sportivo, quasi da suv-coupé, una formula inventa da Bmw con X6 e declinata con X4 nonché riproposta da Range Rover con Evoque e da Mercedes con la GLC Coupé.

Gli interni ricalcano l'impostazione della plancia di Giulia, ritroviamo il cluster strumenti “a cannocchiale”, le bocchette di ventilazione stile “jet” e l'infotainment nascosto in plancia da un pannello traslucido. Si tratta di un sistema sviluppato da Magneti Marelli (e non da Harman come lo Uconnect di altri modelli del gruppo). Largo è l'impiego di materiali nobili: materiali e lay-out sono quelli della sorella Giulia e c’è pertanto il manopolone di comando del sistema di infotainment (di palese ispirazione “tedesca” ) e non il tipico selettore Alfa DNA per impostare il comportamento complessivo della vettura su tre paramentri: Dynamic, Natural, Advanced Efficiency (modalità di risparmio energetico). A dire il vero la versione Quadrifoglio, svelata in California, monta il DNA Pro che offre anche la modalità Race.

Stelvio sarà offerto esclusivamente con cambio automatico (monta il noto 8 marce ZF) e trazione integrale, solo in un secondo momento arriveranno le versioni a trazione posteriore. In particolare Stelvio Quadrifoglio, offre la trazione integrale con tecnologia Q4, che secondo la casa assicura i vantaggi delle quattro ruote motrici e, allo stesso tempo, garantisce consumi ridotti, reattività e tutto il piacere di guida di un'auto a trazione posteriore.

L'architettura del sistema Q4 comprende una scatola di rinvio attiva e un differenziale anteriore progettati per ottenere tempi molto rapidi e gestire tanta coppia elevata. La scatola di rinvio utilizza una frizione attiva avanzata che assicura una guida estremamente dinamica e, al tempo stesso, consumi ridotti.
Il sistema Q4 ripartisce grazie a un'intelligenza di software e silicio la coppia tra i due assali in funzione dell'utilizzo e dell'aderenza disponibile a terra. Questa tecnologia è in grado di prevedere le perdite di aderenza delle ruote, affidandosi alle informazioni raccolte dai sensori di accelerazione laterale e longitudinale, di angolo volante e di velocità d'imbardata della vettura. In condizioni normali, Stelvio Quadrifoglio con sistema Q4 si comporta come un veicolo a trazione posteriore: il 100% della coppia è inviato all'assale posteriore. All'approssimarsi del limite di aderenza delle ruote, il sistema trasferisce in tempo reale fino al 50% della coppia motrice all'assale anteriore attraverso una scatola di rinvio dedicata.

Stelvio, infine, è stato progettato per ridurre le masse e ottenere una vettura agile e dai bassi consumi. Il suv alfa romeo si è fatto attender per molti anni, ma ora sembra essere in grado di emergere in un mondo di auto con poca anima perché dalla sua sembra avere lo spirito della meccanica delle emozioni.

Quanto costa? Ancora non c'è un listino ufficiale ma si può immaginare un prezzo di partenza allinenato alla concorrenza e quindi da 38/40 mila euro fino a un ragionevole 85mila della Stelvio Quadrifoglio.

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