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Ecco perché Samsung compra l’americana Harman ed entra…

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ANALISI

Ecco perché Samsung compra l’americana Harman ed entra nell’automotive

Due o tre debolezze risolte in un colpo solo, l'ingresso in nuovi mercati e una diversa identità, più internazionale e meno coreano-centrica.
Sono questi gli elementi chiave che spiegano perché Samsung ha comprato per 8 miliardi di dollari l'americana Harman entrando (anche) nel settore della tecnologia per l'automobile, un mercato nel quale ha cercato di entrare con la non conclusa operazione Magneti Marelli e ha approcciato alleandosi con Seat del gruppo Volkswagen.

Innanzitutto va spiegato chi è cosa fa Harman. Si tratta di un colosso (26mila dipendenti e 7 miliardi di fatturato) della tecnologia audio e produce sistemi domestici e automobilistici.
Vanta marchi molto noti e alcuni dei quali di alta gamma che hanno fatto la storia dell'alta fedeltà nei tempi passati e in quelli più recenti dei sistemi di infotainment delle moderne vetture connesse. I brand spaziano dalla madre di tutti i marchi del gruppo, cioè harman/kardon fondata nel 1953 da Sidney Harman e Bernard Kardon, a Jbl e a Infinity (due marchi nel gotha dei diffusori) fino a Mark Levinson (brand di fascia altissima specializzato in sistemi Hi-End (oggi diciamo premium) di amplificazione e riproduzione. E Mark Levision ha di fatto inventato la vera alta fedeltà in automobile nel lontano 1979 quando se andava bene le auto avevano altoparlanti e radio di meno che mediocre qualità.

Lexus, il marchio di lusso di Toyota, ad esempio monta sistemi audio e di infotainment marchiati Mark Levinson. E tra i brand del gruppo Harman spicca Akg (cuffie considerate al top e non modaioli giocattoli colorati come altre) e specialisti in audio professionale come Soundcraft o Lexicon. Harman è storicamente cresciuta a suon di acquisizioni e fra queste ne spiccano due molto importanti: quella della tedesca Becker che nel 1995 proietta la multinazionale Usa nell'automotive e nei sistemi car audio e di navigazione facendo diventare Harman un gigante dei sistemi di primo equipaggiamento. Infatti suoi sono i sistemi Uconnect usati da Fca (da Fiat a Maserati) e tanti impianti di infotainment per l'auto connessa usati da case chee spaziano da Mercedes a Bmw fino ad Audi e Vw (giusto per citare qualche nome). E tra le acquisizioni recenti spicca quella della divisione automotive di Bang&Olufsen.

Ora Harman passa dal ruolo di compratrice a quello di acquisita e Samsung Electronics si porta in casa (oltre a ordini per 24 miliardi) tecnologie che non governa del tutto (Samsung nell'audio è sempre stata debole), marchi di assoluto prestigio e con business ad alto margine e soprattutto entra nell'automotive (un ritorno del chaebol visto che la Samsung Motors fu ceduta a Renault nel 2000)
Samsung elettronics in particolare fa il suo ingresso nell'effervescente settore dei sistemi di infotainment connessi e dunque delle ora tanto di moda “connected car”. Ed è un mercato dove la connazionale e arcirivale LG è ben presente visto che fornisce sistemi a Renault Nissan e a GM (molta tecnologia della nuova Opel Ampera-e è sviluppato da LG).

Samsung ha compreso che mercati come quello degli smartphone non sono più in grado di garantire margini e punta a prendere il controllo di un nuovo schermo dopo quello dello smartphone e del televisore: il display dell'automobile su quale transitano servizi e applicazioni e non a caso ha suscitato l'appetito di Apple con la soluzione di integrazione Car Play e di Google con quella battezzata Android Auto. Mentre i due giganti hi-tech americani si concentrano sul lato software (al momento perché Apple potrebbe dopo lo stop al progetto Titan entrare nel settore del car infotainment) mentre Samsung Electronics si concentra sull'hardware e tramite Harman non deve fare uno sforzo per salire a bordo visto che l'acquisito gruppo Usa è un attore di prima grandezza della tecnologia per le auto e dialoga con le Case costruttrici parlando lo stesso linguaggio (cosa che ai californiani è preclusa) ed è in grado di rispondere alle loro esigenze visto che in molti casi i brand automotive hanno scelto per l'infotaiment soluzioni proprietarie o multipiattaforma per evitare di cedere il controllo dello schermo dell'automobile ad Apple o a Google.

Da parte sua Samsung invece potrebbe far evolvere molto l'automobile e la sua tecnologia grazie alle tecnologie di cui dispone che spaziano dai display touch e Oled (anche curvi) ai processori fino allale memorie e alla parte di connettività e di visione digitale (videocamere utili anche per la guida autonoma). Finora i sistemi di bordo delle automobili si sono rivelati sempre un passo o due indietro rispetto agli smartphone e ai tablet che usiamo tutti i giorni e questo perché i tempi di sviluppo di auto sono più lenti di quello dell'elettronica di consumo. Adesso con l'ingresso di Samsung potrebbe verificarsi un cambio di passo tecnologico in una settore che le case considerano strategico. La tecnologia di bordo (lasciando perdere le iperboli sulle auto che guidano da sole) è una leva di marketing cruciale e spesso le case nel proporre auto nuove o restyling puntano proprio su connettività e infotainment. Ed è un modo per svecchiare il prodotto auto e conquistare i nativi digitali. E nin va dimenticato che i costruttore di auto puntano ai marchi audio di livello premium (Bose e Bowers&Wilkins per esempio) per dare più valore ai sistemi optional che propongono a caro prezzo e alto margine. E qui Samsung/Harman può dire la sua.

Ma l'operazione Harman ha per Samsung anche un altro valore: diventare più globale, meno coreana e in parte “americana”. E questo diventa strategico avendo di fronte un'America di Trump che si avvia a essere ancora più protettiva nei confronti delle “sue” aziende.

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