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Alfa Romeo 2000 Spider, un gioiello riscoperto da poco. Ma attenzione…

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sessant’anni

Alfa Romeo 2000 Spider, un gioiello riscoperto da poco. Ma attenzione anche alla berlina

Al Salone di Torino del 1957 viene presentata la sostituta dell’Alfa Romeo 1900 berlina e, accanto a lei, uno dei prototipi della Spider: una novità assoluta in quanto non vi era precedentemente nel listino Alfa Romeo qualcosa di analogo; il ruolo di decapottabile di Casa era rappresentato esclusivamente dalla molto più piccola Giulietta Spider. Nell’intento di offrire qualcosa di ancora più esclusivo, l’Alfa Romeo si era rivolta quindi alla Carrozzeria Touring, allora ancora negli stabilimenti di via Ludovico da Breme non lontano dal Portello; costoro, naturalmente, svilupparono una proposta concepita secondo la tecnica “Superleggera” che ormai era diventata un marchio di fabbrica e l’esemplare del Salone di Torino è precisamente uno dei pochissimi prototipi allestiti in tal guisa.

Nell’intervallo intercorso tra la presentazione e l’inizio della produzione nell’estate del 1958, la Direzione Commerciale dell’Alfa Romeo decide che tale sistema costruttivo sarebbe stato troppo costoso e impone alla Touring, dopo venticinque anni ininterrotti di Superleggera, una più tradizionale costruzione a scocca portante in acciaio; non è l’unica prerogativa di questa vettura in quanto il suo stile è uno dei pochissimi progetti di Rodolfo Bonetto, il figlio recentemente scomparso del leggendario Felice che morì durante la Carrera Panamericana del 1953, definiti durante la sua brevissima collaborazione con la Carrozzeria milanese.

Onore al merito poiché la macchina, al netto di qualche preziosismo cromato di troppo, è bellissima ed indossa molto bene, cosa rara per le macchine italiane, le ruote a raggi; l’abitacolo è molto spazioso, dato il tipo di macchina, e rifinito con materiali di qualità mentre sotto sotto si trova la meccanica della Alfa Romeo 1900 Super Sprint: motore a quattro cilindri con doppio albero a camme in testa, due carburatori, sospensioni posteriori a ponte rigido, freni a tamburo e sterzo a vite e rullo; gradita novità il cambio con leva centrale.

Una tradizionale ma ottimamente performante meccanica sviluppante 115 CV che però viene un poco penalizzata dal peso della grande scocca in acciaio (circa dodici quintali); le prestazioni permangono decisamente buone per l’epoca, oltre 175 km/h e accelerazione svelta, ma non si discostano poi tanto da quelle della Giulietta Spider e sono inferiori a quelle della Spider Veloce. E questo nonostante il cambio a cinque marce che viene offerto di serie.

Vuoi per questo motivo, vuoi per il prezzo molto superiore (L. 2.900.000 contro L. 1.900.000 della Giulietta Spider e le L. 2.225.000 della Spider Veloce), i numeri di vendita rimasero inferiori ai desideri dell’Alfa Romeo pur rappresentando per la Touring la migliore commessa della sua storia: ne furono assemblati, infatti, 3.443 esemplari in meno di quattro anni; un affare per la Touring, che oltre tutto proseguì, poiché la sua sostituta, praticamente un restyling equipaggiato con il nuovo prestante motore a sei cilindri da 2,6 litri da 145 CV, continuò ad essere prodotta da loro.

Una macchina magnifica, la 2000 Spider, eppure poco amata allora dalla Casa Madre e poi, per decenni, anche dal mercato amatoriale che le ha sempre preferito la guizzante sorellina minore confinando le valutazioni di quest’auto in territori evidentemente inadeguati alle sue qualità meccaniche, stilistiche e dinastiche; pochi se ne accorsero e fecero l’affare della vita: come accade di rado nel mondo del collezionismo automobilistico, un paio di anni fa, complici alcuni risultati d’asta oltre Oceano, il valore di scambio della 2000 Spider ha polverizzato quello della Giulietta stabilendosi oltre i centomila Euro al fianco della più potente ma anche più pesante, in tutti i sensi, sorella a sei cilindri.

Se siano imminenti ulteriori rialzi è un quesito cui non ci sentiamo di rispondere; certamente l’acquisto di una di queste auto, per tutte le ragioni su esposte, rimane comunque consigliabile; come quello, peraltro, a cifre enormemente inferiori, della berlina che, presentata insieme a lei e commercializzata poco prima, è sempre stata la Cenerentola tra le Alfa Romeo.

Ci sembra il momento di rivalutare collezionisticamente questa erede della “Alfona” 1900 dalla linea così americaneggiante; snobbata da tutti e venduta in solo 2.893 esemplari (molti meno della corrispondente Spider: un caso forse unico nella storia) è comunque un’automobile eccellente che ha avuto il solo torto di doversi confrontare con la Lancia Flaminia in un settore di mercato dove i sei cilindri hanno sempre avuto ragione sui quattro anche quando sviluppano cinque cavalli in meno con mezzo litro di cilindrata in più; oggi quasi introvabile e acquistabile con meno di ventimila Euro, l’Alfa Romeo 2000 berlina rappresenta un’opportunità che si commenta da sé.

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