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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 13:28.

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Come si sceglie l'università giusta? Le questioni fondamentali sono due: "cosa" studiare e "dove" studiarlo. Avere ben chiara questa distinzione è il presupposto fondamentale per non sbagliare. Per chi abita in una grande città, come Roma e Milano, il "dove" può passare in secondo piano, perché l'offerta formativa degli atenei cittadini copre quasi tutte le aree disciplinari. Ma per gli altri la questione è molto più complicata: si tratta, infatti, di individuare il corso di laurea più adatto, scegliendo nel contempo la città e l'ateneo che offre maggiori garanzie di qualità. Ecco un percorso in dieci mosse per valutare gli aspetti chiave.

1. LAVORO E INCLINAZIONI
Il primo passo per scegliere il corso di laurea è bilanciare le proprie inclinazioni personali con le prospettive lavorative. Fare pronostici sul mercato del lavoro a lungo termine, ovviamente, è impossibile: piuttosto, ogni studente dovrebbe mettere a fuoco alcuni "lavori dei sogni" e capire quali competenze sono necessarie per arrivare a svolgerli.

2. LE STATISTICHE
Sul web si trovano facilmente le rilevazioni sulla quota di studenti occupati a un anno dalla laurea, fino al profilo dei laureati articolato per età media alla tesi, voto medio di laurea, esperienze all'estero e in azienda.

3. I TEST D'INGRESSO
Altro aspetto da non trascurare nell'estate dopo la maturità è il test d'ingresso: se il corso di laurea cui ci si vuole iscrivere è a numero chiuso, ovviamente, bisogna studiare per non restare tagliati fuori. Anche per molti altri corsi, però, sono sempre più frequenti i test d'orientamento, che penalizzano con un debito formativo gli studenti che li falliscono

4. LE VIE D'ECCELLENZA
I primi della classe, accanto alle università tradizionali, farebbero bene a valutare anche un percorso d'élite, come quello offerto dalle scuole d'eccellenza attive in Italia. Le prove di selezione sono durissime (e richiedono una buona dose di fatica estiva per essere preparate), ma per chi riesce a entrare la ricompensa sarà un curriculum di tutto rispetto.

5. FAR QUADRARE I CONTI
L'università è anche un investimento. Accanto ai costi, perciò, è importante valutare – e sfruttare – tutte quelle voci che consentono di alleggerire il peso economico sostenuto dalla famiglia: borse di studio, detrazioni sulle tasse universitarie e gli affitti dei fuori sede, opportunità di lavorare in ateneo con le «150 ore». Senza dimenticare l'opzione dei prestiti d'onore.

6. ABITARE DA STUDENTI
Le residenze studentesche coprono solo una piccola parte della domanda abitativa degli studenti universitari. L'alternativa per i fuori sede, allora, è il mercato degli affitti, nel quale è importante individuare le proposte più serie e scegliere la formula contrattuale più adatta alle proprie esigenze.

7. LE ESPERIENZE SUL CAMPO
Troppo distanti dal mondo del lavoro: l'accusa, per gli atenei italiani, è sempre la stessa. Le cose, però, stanno (lentamente) cambiando, e le università più attente propongono stage in azienda e percorsi di formazione sul campo. È bene prepararsi fin da subito a cogliere questa opportunità e farne un criterio di scelta, verificando anche l'efficacia del servizio di job placement.

8. UN TITOLO PER L'ESTERO
Oggi un percorso universitario non può dirsi completo senza un periodo di studio o un'esperienza all'estero: il programma Erasmus, anche se ancora troppo poco diffuso rispetto agli obiettivi dell'Unione europea, è una prima opzione. Un doppio titolo, automaticamente riconosciuto in Italia e all'estero, è il passo in più.

9. NON SOLO ATENEI
Non c'è solo l'universita: vie alternative sono l'alta formazione artistica e musicale, i conservatori e le accademie di belle arti e (novità di quest'anno) gli Its, le scuole di alta tecnologia per la formazione dei tecnici. Scelte in più per chi ha talento e predisposizioni particolari

10. IL PRIMO STIPENDIO
Tutte le indagini dicono che i ragazzi non pensano troppo alla carriera e allo stipendio, al momento di decidere: il dato, però, va quanto meno controllato. Se non altro per rendersi conto che, mediamente, alcuni percorsi sono meno remunerativi di altri. Dopodiché, chi parte svantaggiato potrà arricchire il proprio curriculum per conquistare maggior valore aggiunto.

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