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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 17:21.

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1. MA SO COSA VOGLIO?
Perché risparmiamo? Per realizzare un progetto, fronteggiare gli imprevisti e garantirci un benessere futuro. Mappare le proprie esigenze e costruire un bilancio delle entrate e delle spese è un'operazione veloce e semplice, ma fondamentale per una corretta gestione dei flussi finanziari.

2. OCCHIO AI VINCOLI
La programmazione di una vacanza, l'acquisto di una casa e la previdenza sono bisogni ai quali è necessario correlare investimenti di breve, medio e lungo termine. Meglio evitare strumenti difficilmente liquidabili. Spesso sono incomprensibili, costosi e inefficienti.

3. SEMPRE MEGLIO DIVERSIFICARE
Quando le informazioni sono scarse, prevalgono le scelte irrazionali ed emotive. La migliore bussola a disposizione del risparmiatore è la propria tolleranza al rischio, lo strumento più efficace la diversificazione. Un corretto bilanciamento del portafoglio abbassa il rischio e migliora la capacità di cogliere opportunità sui mercati monetari, obbligazionari e azionari.

4. L'INFLAZIONE PARASSITA
L'avversione al rischio induce a preferire le riserve prontamente disponibili considerate neutrali al rischio, ma in contesti inflattivi detenere liquidità può comportare perdite in conto capitale; viceversa in presenza di deflazione è una scelta conveniente. La moneta deve rappresentare l'elemento di elasticità di un portafoglio flessibile agli scenari macroeconomici.

5. COMMISSIONI QUESTE SCONOSCIUTE
Non confondere il rendimento lordo con il guadagno netto realizzato. I costi del conto corrente e delle commissioni sui prodotti finanziari influenzano il rendimento. E' indispensabile individuare il conto più adatto alle proprie esigenze e non movimentare troppo il portafoglio: una buona impostazione iniziale può richiedere pochi interventi tattici per assecondare l'andamento dei mercati.

6. LO SPECCHIETTO RETROVISORE
Secondo la teoria di Warren Buffet, gli individui costruiscono le proprie aspettative sulle esperienze passate. Al termine di una fase di ascesa dei mercati si tende a essere trasportati dall'euforia, siamo invece pessimisti dopo periodi di discesa, senza considerare che a cicli ribassisti solitamente susseguono cicli rialzisti.

7. EFFETTO GREGGE
Ascoltiamo il passaparola e imitiamo le scelte degli amici alla rincorsa del rendimento, comprando a prezzi alti e senza mai anticipare il trend. Fissare i propri obiettivi e seguire la strategia nel medio lungo termine consente di evitare azioni frettolose, gestire con consapevolezza il rischio e migliorare i rendimenti.

8. BLOCCATI DALLA PAURA
Una forte perdita crea sempre una paralisi. La decisione di disinvestire viene presa tardivamente per paura di liquidare la posizione troppo presto. Restare ancorati a un titolo privo di prospettive che oggi non compreremmo, impedisce di perseguire altre opportunità.

9. SBAGLIANDO S'IMPARA
Solitamente attribuiamo a noi stessi le vittorie e agli altri i fallimenti. Non è mai semplice ammettere di aver sbagliato. Il rischio è di arroccarsi su delle convinzioni errate supportandole con informazioni giustificative delle nostre scelte a scapito della raccolta di informazioni realmente utili ad aggiustare la rotta.

10. RISCHIO SÌ, RISCHIO NO
Non esiste rendimento senza rischio. Anche gli investimenti free-risk nel lungo termine non coprono l'inflazione e il capitale perde potere d'acquisto. Il rendimento è il premio al rischio che deve essere legato all'orizzonte temporale. Per una giusta scelta è necessario raccogliere più informazioni possibili sull'intermediario, sul mercato e sulle caratteristiche dei prodotti.

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