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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2012 alle ore 19:50.

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I trasporti si devono decarbonizzare, soprattutto nelle realtà urbane. Non si discute. Così come non si discute che non bastano i mezzi elettrici e una metro leggera per risolvere. È necessario un riequilibrio modale, la gestione della domanda, la condivisione della missione. Per questo bisogna intervenire su più fronti.

La prima via alla mobilità sostenibile è costituita da tecnologie e infrastrutture. Dell'auto elettrica, delle tecnologie e delle reti si parla molto. Le iniziative sono tante, anche se spesso si lavora solo sulle decine: 14 le Citroen C-Zero consegnate in pompa magna al sindaco di Roma; 103 i veicoli elettrici immatricolati nei primi sei mesi in Italia secondo i dati Jato Dynamics; poche decine le colonnine per la ricarica annunciate a Milano, Brescia, Parma e in molte altre città. Certo gli incentivi governativi all'acquisto sono seriamente minacciati dalla crisi finanziaria, ma è anche vero che l'esperienza tedesca (1.020 le auto vendute nello stesso semestre in Germania) suggerisce la necessità di un'azione corale su molti fronti.

Il 2012 dovrebbe essere l'anno della confluenza di circostanze che potrebbero cambiare le carte in tavola: dalle auto elettriche in concessionaria ai cinque progetti pilota per mille stazioni di ricarica dell'Autorità per l'Energia. Così, mentre l'Anci annuncia un presidio permanente, gli enti locali mettono all'ordine del giorno proprio la mobilità sostenibile e, nonostante le difficoltà economiche, ci provano.

In Emilia Romagna si lavora all'intermodalità anche per i mezzi a batteria e intanto il protocollo sottoscritto con Enel ed Hera promette colonnine standard a Rimini, Bologna, Reggio Emilia, Imola e Modena. Napoli crede nel centro storico a emissioni zero (Ztl a muso duro, miniautobus e varchi elettronici), mentre Milano esibisce le 944 auto pubbliche elettriche e le 20 a disposizione del car sharing E-Vai che sarà integrato alla ferrovia regionale. Pisa - già in primo piano con Roma e Milano nell'E-Mobility con Enel e Mercedes - punta alle emissioni zero nel trasporto delle merci e nel recapito della posta nel centro storico con Poste Italiane. Torino e Genova sono al lavoro diligentemente sul Piano Urbano della Mobilità Sostenibile con azioni mirate al riequilibrio della domanda di trasporto tra collettivo e individuale. Firenze stringe l'alleanza con Renault-Nissan e propone oltre car sharing anche il van sharing e un occhio di riguardo per la mobilità dei turisti. E ancora: più attenzione ai pendolari, il target chiave, che vedono profilarsi allettanti prospettive su rotaia (tram, metro leggeri, metro automatici come a Torino, Milano e Brescia). In generale tempi, modi e tecnologie del trasporto su binario sembrano riguadagnare il tempo perduto.

La seconda via: la telematica. Con le ruote in Italia e i software in Germania si punta l'obiettivo Berlino e la sua piattaforma in grado di monitorare e acquisire informazioni sul traffico con il controllo dei semafori e la regolamentazione del flusso e della sosta. Bolzano è la città italiana all'avanguardia ma si lavora bene anche a Bologna, Firenze, Trieste, Genova. Il piano è attivare una rete che, rilevando i veicoli in transito, consente di attuare in tempo reale il piano semaforico opportuno. WiParking, a Roma, promette a cento cittadini di prenotare un parcheggio attraverso internet in una delle 11 rimesse private; Carpooling.it sbarca sugli smartphone e lancia un'applicazione per trovare un compagno di viaggio con cui condividere auto e spese carburante.

La banca dati è importante: oltre 600.000 viaggi per 5.000 città e 45 paesi. C'è poi la terza, decisiva, via: cambiare gli stili di mobilità. Magari scommettendo sulla "città nuvola": digitalizzare servizi pubblici e privati grazie al cloud computing e ridurre la necessità di spostamenti fisici.

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