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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 15:31.
Un invito del governo, forte, a ridurre subito i prezzi, con le prime risposte da parte delle principali compagnie che dovrebbero arrivare già oggi. È l'esito della riunione che il ministero dello Sviluppo economico ha tenuto ieri con l'Unione petrolifera e con i rappresentanti dei gestori, nel tentativo di produrre una risposta al caro benzina, esploso con particolare evidenza negli ultimi mesi in coincidenza con altri aumenti (energia elettrica in testa) che stanno mettendo sotto pressione la spesa delle famiglie.
Appare più incerto invece un intervento diretto sulle accise attraverso la sterilizzazione degli effetti dell'aumento del prezzo sull'Iva con riduzione del carico fiscale all'aumentare del prezzo. Il sottosegretario Claudio De Vincenti, al termine del vertice, ha parlato di un'ipotesi aperta ma, dopo aver rinunciato a questa opzione nelle settimane di picco dei listini, appare difficile che l'esecutivo intervenga quando è attesa una fisiologica fase discendente dei prezzi.
Poco probabile un peggioramento del differenziale con la Ue che, al netto della componente fiscale, è arrivato la scorsa settimana ai livelli più alti degli ultimi anni, 5,3 centesimi per la benzina e 5 centesimi per il gasolio. Per ora quindi prevale l'arma della "moral suasion". «Il governo – spiega De Vincenti – si aspetta da oggi stesso una riduzione dei prezzi del carburante di almeno 4-5 centesimi al litro, oltre alla riduzione di 2 centesimi e mezzo già avvenuta» all'inizio di questa settimana. Ieri mattina, prima dell'incontro, erano già scattati alcuni ritocchi (sulla verde riduzioni da 1 a 2,5 centesimi, sul diesel tra 0,8 e 2 cent.) e altri sono attesi per oggi.
«Per noi è ingiustificato che in Italia il prezzo della benzina aumenti quando scende su scala internazionale» riflette De Vincenti dopo l'incontro in cui si è esaminato anche lo stato di attuazione della riforma della rete avviata con le liberalizzazioni. Il riferimento per i prezzi deve essere l'andamento dell'indice Platt's, come ha lasciato intendere l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni frenando su un ribasso che sia dettato solo da input governativi. Il calo – ha spiegato l'a.d. rispondendo agli azionisti nel corso dell'assemblea della società – «ci sarà nella misura in cui continueranno a scendere il greggio e i prodotti raffinati e l'euro non si indebolirà. Non possiamo essere solo volontaristici». Parla di «disponibilità» il presidente dell'Up, Pasquale De Vita, «le accise sono solo uno degli elementi e il prezzo della benzina non dipende da noi, tuttavia in alcuni distributori abbiamo anche prezzi più competitivi rispetto all'Europa».
I gestori, attraverso Faib-Confesercenti, continuano a spingere sulle accise mobili e i consumatori evidenziano come l'incontro di ieri non possa considerarsi risolutivo. Adusbef e Federconsumatori, in particolare, giudicano insufficiente il caldo di 4-5 centesimi "suggerito" dal ministero ritenendo che ci sia margine per una diminuzione di oltre 8 centesimi al litro.
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