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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 15:31.

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Nessuna doppia velocità per i prezzi dei carburanti italiani, che si muovono in alto e in basso allo stesso ritmo. Lo certifica Nomisma Energia in uno studio commissionato in maniera "neutrale" da Unione petrolifera e da due delle principali associazioni dei consumatori: Adusbef e Federconsumatori, che però non rinunciano a riproporre le loro polemiche sui rincari record dei nostri carburanti.

Sta di fatto che se benzina e gasolio italiani hanno guadagnato stabilmente la triste palma del record europeo dei listini (anche la Grecia è ormai superata) la combinazione tra rincari fiscali e costi di distribuzione, che risentono dei noti problemi di inefficienza e frammentazione della rete, spiegano tutto il nostro gap di almeno quattro o cinque centesimi di euro al litro rispetto ai prezzi medi europei.

«Ma l'avanzata degli impianti discount, che non sono solo quelli no logo, consentono comunque agli automobilisti italiani di trovare prezzi sostanzialmente allineati a quelli degli latri Paesi» assicura Pasquale De Vita, presidente dell'Unione petrolifera.

Intanto «il differenziale tra prezzi internazionali e nazionali è anche in Italia stabile» e dunque – spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli – il costo di benzina e gasolio alla pompa registra non solo aumenti ma anche diminuzioni. Lo provano i ribassi degli ultimissimi giorni, che hanno portato al benzina a puntare di nuovo all'ingiù verso 1,8 euro al litro. E i ribassi, secondo Tabarelli, continueranno ancora. «Ci sono i margini per un ulteriore taglio e se il petrolio scenderà sotto i 90 dollari il calo sarà anche di 20 centesimi nel breve termine».

Incalza l'Unione petrolifera: «La doppia velocità non esiste, prendiamone atto e consideriamolo finalmente un argomento esaurito» esorta De Vita. Invito raccolto da Adusbef e Federconsumatori, che per il momento concentrano le polemiche sugli altri fattori che gonfiano il prezzo dei carburanti (la rete di distribuzione inefficiente, l'ingordigia del fisco). Ma un'altra associazione,il Codacons, contesta lo studio di Nomisma energia, contro la quale minaccia anche azioni legali.

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