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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 15:31.
Il caro benzina alleggerisce il carrello della spesa degli italiani al supermercato e fa aumentare l'inflazione mese su mese. In aprile 2012, rispetto ad aprile 2011, secondo quanto rilevato dall'Istat, il carovita si mantiene al 3,3% (stesso dato di marzo e febbraio): se da un lato questo è un indicatore di stabilità dei prezzi al consumo dall'altro conferma un tasso ormai puntualmente superiore ai tre punti.
Se si confronta aprile con marzo 2012 l'aumento dei prezzi è invece dello 0,5%. L'Ipca, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo, aumenta dello 0,9% su base mensile e del 3,7% su base annua, in lieve rallentamento rispetto a marzo 2012 (+3,8%).
I consumatori lanciano l'allarme, soprattutto quando si parla del carrello della spesa: Federconsumatori e Adusbef hanno calcolato un aggravio del costo della spesa delle famiglie pari a 1.334 euro annui, di cui oltre 221 nell'alimentare. Il quadro cambia da città a città: gli aumenti annui più elevati sono a Venezia (+4,1%) e Trieste (+3,9%), mentre le variazioni più moderate riguardano Firenze (+2,7%), Palermo (+2,8%) e Perugia (+2,9%).
Responsabili del dinamismo dell'indice generale sono innanzitutto i beni energetici regolamentati e non: i primi sono cresciuti del 2,3%, i secondi del 2%. Per Coldiretti a subire gli effetti di questo aumento è tutto il sistema agroalimentare. La confederazione ha rilevato che «l'aumento record, spinto soprattutto dal caro carburanti con il listino della benzina cresciuto su base annua del 20,9%, il massimo dal 1983, e del 3,2% rispetto a marzo 2012, fa svuotare il carrello della spesa. Si evidenzia infatti un calo del 2% degli acquisti dei prodotti alimentari in quantità».
Federdistribuzione precisa però che i prodotti ad alta frequenza di acquisto citati dall'Istat rappresentano un aggregato molto ampio. In tutto questo vasto carrello della spesa l'aumento dei prezzi degli alimentari e bevande analcoliche, che ne rappresentano la parte centrale, è limitato in aprile al +2,4%, in calo rispetto al +2,5% di marzo. Su base congiunturale c'è un calo dello 0,1%. «Quello che realmente traina l'inflazione e che impatta sui bilanci familiari sono i costi energetici che hanno raggiunto livelli preoccupanti», interpreta Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione. Sempre parlando del vero carrello, «la Gdo continua a fare tutto il possibile per tutelare il potere d'acquisto delle famiglie», sostiene Cobolli Gigli.
Dopo i carburanti gli aumenti più forti riguardano i servizi relativi ai trasporti che crescono dell'1,3% e dei ricreativi, culturali e per la cura della persona che segnano un più 1,1%. I prodotti acquistati con maggiore frequenza su base mensile aumentano dello 0,4%, un po' sotto la media dello 0,5%, mentre il tasso tendenziale sale al 4,7%, dal 4,6% di marzo. Per effetto dei rialzi congiunturali degli energetici regolamentati (energia elettrica e gas), i prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto subiscono forti rincari (+0,9%), ma la crescita tendenziale scende al 2,9% (dal 3,1% di marzo 2012). Nei diversi capitoli di spesa, rispetto ad aprile 2011, il maggiore aumento interessa le bevande alcoliche e i tabacchi (+7,8%), i trasporti (+7,4%) e l'abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,9%). In calo i prezzi delle comunicazioni e dei servizi sanitari e spese per la salute.
Aprile segna una nuova contrazione del potere d'acquisto degli italiani.
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