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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 12:20.

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È uno dei punti focali della mini-riforma della Rc auto disegnata dal Dl liberalizzazioni (Dl 1/12, convertito dalla legge 27/12): si chiama scatola nera o black box e le compagnie – come ha scritto l'Isvap in una lettera al mercato – avranno l'obbligo di proporla ai loro clienti (che saranno liberi di accettarla o meno) accanto alle polizze Rca "base". Un obbligo che l'Ania ha subito bollato come interpretazione illegittima della norma e suscettibile di produrrebbe effetti negativi per compagnie e assicurati.

Contestazioni a parte, l'introduzione dell'aggeggio, insieme ad altre misure, dovrebbe consentire una sensibile riduzione dei costi dei sinistri e, di conseguenza, dei prezzi delle polizze. Ma gli effetti non si vedranno subito (e non è certo che saranno sensibili): occorrerà prima che vengano definiti tutti i dettagli applicativi e poi vedere quanto il dispositivo si diffonderà, sperando che i suoi benefici non vengano vanificati da altri problemi.

L'idea di un dispositivo a bordo che "geolocalizzi" il veicolo e monitori anche i comportamenti di guida non dispiace agli automobilisti: stando a quanto riporta il sito facile.it, a favore sarebbero oltre due su tre. Risultato ragguardevole, per un dispositivo disponibile già da oltre un decennio ma mai decollato (nemmeno per le vetture delle aziende): i conducenti sono portati a temere che l'apparecchio faccia emergere errori e infrazioni. Ma tra gli operatori c'è il dubbio che i consensi reali siano inferiori, perché l'ultima versione dell'articolo 32 del Dl liberalizzazioni potrebbe «frenare gli entusiasmi».

Sotto accusa c'è soprattutto la gratuità di montaggio, smontaggio, funzionamento, sostituzione e portabilità, ora imposta per legge: i costi sarebbero a carico delle compagnie, che per recuperarli dovrebbero diminuire lo sconto riservato a chi accetta a bordo la scatola nera, diminuendone l'attrattività. Certo, il Dl prevede che lo sconto debba essere «significativo», ma non pone limiti minimi (fissati invece – al 10% – nella sperimentazione avviata dall'Isvap negli ultimi cinque anni in alcune grandi città). In ogni caso, qualche compagnia potrebbe anche decidere di spalmare almeno una parte di questi costi su tutti i clienti.

Ci sarà ancora tempo per elaborare strategie: occorrerà che i ministeri di Infrastrutture e Sviluppo economici e l'Isvap emanino i provvedimenti per fissare le caratteristiche che un apparecchio dovrà avere per essere definito scatola nera, le modalità di raccolta e gestione dei dati registrati dai dispositivi (ci sono questioni di privacy) e gli standard di interoperabilità (per non costringere a cambiare apparecchio quando si cambia compagnia). L'articolo 32 non prevede termini per il primo provvedimento e lascia 90 giorni per gli altri due. Però non ci saranno conseguenze pratiche in caso di sforamento, quindi è possibile che si debba attendere anche di più.

Sembra naturale prevedere che alla fine le caratteristiche dei dispositivi vengano determinate sulla base di quelle delle scatole nere attuali. Quindi, sensori a bordo per valutare velocità, accelerazioni e decelerazioni e un Gps per determinare la posizione del veicolo e possibilità di monitorare altri parametri e di far partire chiamate automatiche d'emergenza in caso d'urto. I dati registrati dovranno essere tenuti in memoria solo in caso d'incidente e bisognerà vedere di quanti secondi prima e dopo l'impatto dovrà restare traccia.

Ma la formulazione dell'articolo 32 è talmente ampia che alla fine non si può nemmeno escludere che vengano ammessi anche dispositivi diversi, come semplici telecamere che riprendono la strada davanti al veicolo, sensori intelligenti in grado di capire autonomamente se il conducente è ebbro o comunque in stato alterato eccetera. Infatti, la tecnologia in questi settori è in progresso e a breve offrirà varie possibilità, anche combinate tra loro.

In attesa della scatola nera "di legge", per chi volesse comunque dotarsi di un dispositivo che garantisca una serie di vantaggi concreti, le possibilità di scelta non mancano (si veda la tabella in pagina). Si tratta di sistemi che in primo luogo offrono maggiore sicurezza: in caso di guasto o incidente basta schiacciare un tasto per avere assistenza, mentre nelle situazioni più gravi i soccorsi sono attivati automaticamente tramite centrali operative collegate 24 ore su 24. In secondo luogo danno la possibilità di ricostruire la dinamica dell'incidente nell'eventualità di contenziosi, favorire il reperimento del veicolo rubato, difendersi dal rischio di multe fantasma. Ma sono utili anche alla compagnia, per sventare tentativi di frode.

Tutte le proposte abbinate a una Rca propongono uno sconto (dal 5 al 25-30%) sul premio all'assicurato. Altri prodotti con black box sono invece disponibili solo come polizze di assistenza o incendio/furto (si veda "Sesto Senso" di Allianz o "Amicar Wi-Sat Light" di Filo diretto) e anche in questo caso danno diritto a uno sconto, anche più sostanzioso, sul premio. Poi c'è un nutrito numero di prodotti basati sul concetto del consumo, particolarmente convenienti per le basse percorrenze: come "SaraFree" di Sara, "Autometrica.2" di Axa, "KmSicuri" di Unipol. Non mancano prodotti che - tramite la scatola nera – premiano lo stile di guida con riduzioni di premio (è il caso di "Quality Driver" di Genertel o di "Tua ti guida" di Tuassicurazioni) o con il dispositivo incluso, come "Viaggiaconme" di InteSanPaolo Assicura. Dispositivo, installazione e disinstallazione non prevedono oneri (salvo appunto nel caso si tratti di garanzie di assistenza). In ogni caso tutte le compagnie sono in attesa di rivedere i loro prodotti alla luce delle indicazioni attuative.

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