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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 12:20.

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Piovono tasse dalle Province italiane. La chiusura dei bilanci di previsione 2012 si sta trasformando a livello locale in un ennesimo prelievo non richiesto dai portafogli dei cittadini. Aliquota Rc auto, tariffe sul registro automobilistico e tributo ambientale: sono queste le leve che le amministrazioni possono azionare per compensare i tagli ai trasferimenti portati dalle ultime manovre. E, alla prova dei fatti, quasi tutte stanno facendo ricorso ai rincari.

«Abbiamo dovuto fronteggiare – afferma Antonio Rosati, coordinatore degli assessori al Bilancio nell'Upi (e assessore a Roma) – la drastica riduzione dei trasferimenti statali, 1,5 miliardi in meno in tre anni. Gli aumenti servono a far quadrare i conti. Ma spesso l'incremento delle entrate è anche l'unico sistema per allentare i vincoli del Patto di stabilità».

Le Province che fino a oggi avevano resistito, per il 2012 sotto i colpi dei tagli alle risorse si sono dovute in larga misura allineare alle altre. E rivedere al rialzo, innanzitutto, l'aliquota della Rc auto, portandola dal 12,5% al 16 per cento del premio. Nei casi più fortunati questo aumento è stato isolato e non accompagnato dalla crescita dell'Ipt e del tributo ambientale. È il caso di Livorno che passerà al 16% a partire da giugno 2012, ricavando 17 milioni dalla nuova aliquota. Lasciando però fermi gli altri due tributi. «Come Provincia – racconta il presidente Giorgio Kutufà – ci siamo arresi, tra gli ultimi in Italia, all'aumento dell'addizionale Rca».
Lo stesso è accaduto a Fermo, dove è scattato l'aumento dell'aliquota Rc auto mentre sono rimaste ferme le maggiorazioni sulle tariffe per il registro automobilistico, che variano dal 20 al 30% (a seconda dell'auto). Ad Agrigento, invece, pur avendo alzato la quota sulle polizze assicurative, si è lasciato al 4% il tributo ambientale: «Con l'aumento della sola Rc auto – spiegano tuttavia dall'ufficio Ragioneria – otterremo a regime 3,5 milioni di euro in più, a fronte di 10 milioni di trasferimenti statali in meno».

Situazione simile a Bari, dove il direttore generale della Provincia Onofrio Padovano spiega: «Abbiamo portato l'aliquota Rca dal 12,5% al 16%, a partire dal primo aprile 2012. In questo modo otterremo 10,5 milioni nel 2012 e a regime stimiamo un impatto di 14 milioni in più. Siamo stati costretti a farlo per compensare i tagli previsti dalle ultime manovre, che ci hanno tolto circa 13 milioni». E, se non arrivano altre modifiche, la situazione dovrebbe restare questa anche nel 2013. Senza rivedere l'Ipt e il tributo ambientale. Anche la Provincia di Lodi ha adottato una filosofia simile: aumenti solo sulle assicurazioni auto.

In qualche caso, però, il rincaro non c'è stato semplicemente perché non poteva esserci. Nella Provincia di Monza e Brianza, infatti, c'è stato solo l'aggiornamento delle aliquote Rc auto al 16% con una maggiore entrata attesa pari a circa 6 milioni. Mentre la maggiorazione al tributo ambientale era già al 5%, il massimo previsto. Così come quella sull'Ipt, al 30%, anch'essa al massimo. Stesso discorso a Parma dove, «per esigenze di bilancio», è scattato l'aumento dell'aliquota Rc auto, ma in modo più contenuto che altrove, passando dal 12,5 al 14% (e non al 16%).

Non tutti i cittadini, però, sono stati così fortunati. Per qualcuno gli aggravi saranno spalmati anche sulle altre imposte. A Napoli, oltre al canonico aumento dell'aliquota Rc auto, la maggiorazione dell'Ipt è passata dal 20 al 30%: due incrementi che valgono 27 milioni. Mentre la tassa ambientale è «in fase di monitoraggio». A Trapani l'Ipt è cresciuta dal 19% al 30%: 400mila euro che si aggiungono ai 3,5 milioni extra in arrivo dalle assicurazioni auto. Anche a Enna l'imposta sul pubblico registro è stata portata al livello massimo (era al 20%). A Caserta l'aumento dell'Ipt (dal 20 al 30%) non è stato ancora deliberato, ma la misura è allo studio. Lo stesso vale per Mantova, dove nulla è stato deciso ma, per far quadrare i conti, potrebbero scattare l'incremento dell'Ipt (dal 20 al 30%) e una stretta sui parametri che permettono l'accesso alle aliquote agevolate (3,5 e 4,5%) per il tributo ambientale.

L'eccezione che conferma la regola è Firenze: l'unica Provincia, per le Regioni a statuto ordinario, che ha ridotto in due tranche la quota sulle Rc auto, portandola dal 12,5 all'11%, anche se ha aumentato l'Ipt del 25%, ma solo per i privati, e innalzato a 4% il tributo ambientale per i Comuni non virtuosi dal punto di vista della raccolta differenziata (sotto il 45%). Decisioni, spiega l'assessore al Bilancio, Tiziano Lepri, legate a diverse ragioni: «Innanzitutto alla necessità di arginare la fuga delle imprese di autonoleggio verso Trento e Bolzano, che in virtù dell'autonomia legislativa riescono a garantire tariffe più basse per l'Ipt e hanno portato l'aliquota Rc auto al 9,5 per cento. Inoltre, si è deciso di spingere di più sull'imposizione di tipo patrimoniale, l'Ipt, rispetto a quella sul consumo, come le Rc auto». A Roma, infine, l'aliquota sulle assicurazioni è rimasta al 12,5%, mentre a marzo è scattato un ulteriore aumento del 10% sull'Ipt (ora al 30%), ma non per gli operatori dei trasporti

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