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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2012 alle ore 18:54.

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di Andrea Curiat

Si avvicina il momento delle ferie estive e molti italiani che scelgono di trascorrerle all'estero tornano a porsi i consueti interrogativi: quanto contante portarsi dietro? Meglio cambiare la valuta prima della partenza o dopo essere arrivati? Pagare in liquidità o con carte di credito?

In ogni caso, quando bisogna effettuare spese all'estero è bene valutare alcune informazioni di base. Innanzitutto, dotarsi di una carta di credito è quasi un must. In molte nazioni, infatti, gli alberghi e gli altri operatori turistici la richiedono spesso come garanzia per le prenotazioni e a volte non permettono affatto i pagamenti in contanti. Pagando con moneta elettronica, inoltre, si risparmia anche sulle spese legate al cambio nella moneta locale, poichè l'ammontare delle transazioni è sempre calcolato sul tasso di cambio ufficiale, privo di qualsiasi commissione valutaria. Una precauzione, però, è d'obbligo: tenere sempre a portata di mano i numeri verdi degli emittenti delle carte di credito o di debito da contattare per bloccare le transazioni in caso di furto.

È comunque indispensabile dotarsi anche di un certo ammontare di contanti, necessario per le piccole spese quotidiane e per tutti gli esercizi che, invece, non accettano carte di pagamento.

Prima di tutto è bene considerare che c'è un limite al trasporto di contante all'estero, fissato nella misura di 10mila euro. Per importi superiori bisogna necessariamente dichiarare il trasporto alla dogana, presso un apposito modulo. È comunque conveniente cambiare il denaro, in caso si viaggi in paesi extra-europei, presso le banche o le poste italiane, che applicano commissioni mediamente più basse rispetto ai piccoli operatori specializzati che si trovano spesso negli aeroporti o nei centri città delle principali località turistiche.

Attenzione ai costi di prelievo dai bancomat: gli istituti di credito spesso applicano commissioni aggiuntive per i Paesi extra-europei o per qualsiasi operazione effettuata all'estero presso terminali automatici. Da tenere d'occhio anche il limite mensile e giornaliero di prelievo, qualora ci si ritrovasse ad affrontare spese maggiori del previsto.

Uno strumento di pagamento a parte, e relativamente sicuro, è costituito dai traveller's cheque: assegni di viaggio sottoscritti dal titolare, che possono essere richiesti presso le banche e gli enti finanziari e sono rimborsabili al 100% in caso di furto o smarrimento.

Attenzione, infine, agli acquisti di beni e prodotti da riportare in patria. Nei Paesi comunitari vale sempre la garanzia europea, che garantisce il diritto alla riparazione, sostituzione o rimborso del bene in caso di difetti o malfunzionamenti entro due anni dall'acquisto.

Nei Paesi extra-europei bisogna prestare attenzione alle garanzie commerciali offerte dal venditore e dal produttore e leggere attentamente le condizioni, che possono variare di volta in volta. Se si effettuano acquisti di oggetti particolarmente costosi, bisogna valutare anche l'impatto delle spese doganali, che possono incidere sul prezzo finale al momento del rientro in Italia.

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