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Dossier Voluntary, guadagni da «super franco»

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    Dossier | N. 27 articoliIl rientro dei capitali

    Voluntary, guadagni da «super franco»

    L'apprezzamento degli ultimi giorni del franco svizzero sull'euro, per chi ha una gestione patrimoniale o anche un semplice conto corrente in franchi svizzeri, è un ulteriore incentivo a chiedere di fruire al programma di voluntary disclosure italiano. Infatti, il nuovo cambio più alto del franco svizzero contro l'euro può contribuire a ridurre i costi della regolarizzazione e costituisce un (raro) caso di guadagno sia per il contribuente sia per l'erario italiano.

    Questo effetto può essere mostrato con un esempio, partendo da queste ipotesi:
    un contribuente italiano ha un deposito in franchi svizzeri pari a 500mila franchi costituito nel 2008, il cui valore non varia fino al momento di richiesta della voluntary disclosure;
    per semplicità, il contribuente richiede l'applicazione della mini-voluntary disclosure (imposta del 27% applicata al 5% di redditività presunta);
    le sanzioni sul monitoraggio sono pari al 3%, ridotte allo 0,5% per quanto previsto dalla voluntary disclosure;
    non si tiene conto degli interessi dovuti sulle imposte non pagate;
    sulla plusvalenza su cambi è applicata un'imposta del 26%; la plusvalenza su cambi è calcolata come differenza tra il valore odierno dei franchi disinvestiti per pagare sanzioni e imposte della voluntary disclosure e imposta sulla plusvalenza e il valore degli stessi nel 2008, al momento della costituzione del deposito.

    I valori da assoggettare a sanzioni sul monitoraggio sono stati calcolati riportando in euro il valore del deposito sulla base dei cambi medi annuali pubblicati dall'agenzia delle Entrate. Per il valore odierno dei franchi svizzeri, si è preso l'ultimo valore pubblicato sul sito web della Banca d'Italia.

    Il risultato ottenuto, riportato nel grafico qui a fianco, mostra gli effetti dell'apprezzamento del cambio.

    Le sanzioni e le imposte dovute per la voluntary disclosure, espresse in euro, non cambiano, in quanto sono basate sui valori del franco svizzero alla fine degli anni passati (periodo 2008-2013). L'aumento del valore del franco ha però due effetti.
    Innanzitutto, a fronte di un'incidenza complessiva delle imposte pari, prima dell'apprezzamento del franco, al 9,55% del deposito, passa all'8,39%, con un ulteriore risparmio dell'1,16% per il contribuente che si ravvede sull'intera procedura.

    Anche l'erario, poi, fruirebbe di un effetto positivo: il gettito per l'imposta sulle plusvalenze su cambi aumenterebbe, nell'esempio, di quasi il 60%. È raro che lo stesso accadimento sia favorevoli tanto ai contribuenti quanto all'erario, ma stavolta è accaduto.

    C'è un'unica eccezione, forse. È per i cittadini di Campione d'Italia: qui viene adottato il franco come moneta corrente e quindi tali cittadini potrebbero vedersi tassati i loro depositi per tale apprezzamento anche se i loro conti siano dichiarati, qualora la giacenza media in valuta diversa dall'euro superi i limiti di 51mila euro. Probabilmente questa problematica penalizzante potrà essere oggetto dei prossimi colloqui tra l'amministrazione comunale e l'agenzia delle Entrate, in vista del provvedimento previsto dalla legge sul rientro dei capitali ad essa dedicato.

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