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Canone in bolletta, come si pagherà e chi ne sarà escluso

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Canone in bolletta, come si pagherà e chi ne sarà escluso

Il canone Rai sarà un po' più difficile da evadere. Perché il meccanismo messo in atto con la legge di Stabilità, stando al testo che sinora circola, parte da un presupposto semplice: a tutti arriverà una bolletta elettrica (ovviamente non solo ai clienti Enel) comprendente il canone e poi starà al contribuente districarsi da errori e duplicazioni. Proprio su questo aspetto è meglio fare il punto. Se la legge di Stabilità verrà confermata, nella mega operazione di recupero dei canoni verranno coinvolti tutti. La detenzione di un apparecchio che riceva le trasmissioni televisive (condizione di legge per il pagamento del canone) , attualmente, viene presunta quando “esista un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l'impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici”. Linguaggio del 1938 (Regio decreto legge n. 246) ma tutto sommato efficace, dato che la tv come tecnologia era già esistente allora. Ora, però, viene aggiunta un'altra presunzione: quando cioè “esista una utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”.

E' chiaro che moltissimi hanno più di un'utenza elettrica, per esempio tutti i cittadini che possiedono una seconda casa. In questo caso si può fare un'autocertificazione (Dpr 445/200) per “superare le presunzioni”. Ma non è tutto: la nuova norma parla del fatto che “a decorrere dall'anno 2016, non è ammessa alcuna dichiarazione diversa da quelle rilasciate ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445”. Questo rappresenta una notevole semplificazione per chi , invece, non vuole più pagare il canone perché si è liberato della tv: oggi, infatti, è costretto a una procedura (articolo 10 del Rdl 246/38, poi attuato dalla Rai con regole complicate) che, stando alla lettera della (futura) legge verrebbe abbandonata a vantaggio di una semplice autocertificazione. Ma questo aspetto è ancora tutto da vedere con il Dm attuativo.

Poi c'è un'altra precisazione importante, che potrebbe limitare di molto il contenzioso: “Il canone di abbonamento è, in ogni caso, dovuto una sola volta in relazione agli apparecchi (…) detenuti o utilizzati, nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora, dallo stesso soggetto e dai soggetti appartenenti alla stessa famiglia anagrafica, come individuata dall'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223”. Il che vuol dire che c'è un canone per ogni famiglia anagrafica come descritta dall'articolo 4 del Dpr 223/89 (comprese, quindi, le coppie di fatto - laddove esistono i registri comunali delle unioni civili - in questo caso magari risparmierebbero un canone). Verrebbero così superate le duplicazioni inevitabili che si verificheranno quando le utenze elettriche siano intestate a componenti diversi della stessa famiglia, come spesso accade: in città è intestata alla moglie, nella casa di campagna al marito, o viceversa, oppure ai figli, quando in realtà la famiglia è una sola e quindi è uno solo anche il canone da pagare.
Posto che altre precisazioni verranno da un decreto del ministero dello Sviluppo economico, sembra però evidente che all'arrivo della bolletta doppia o tripla, o quando il canone non è dovuto per assenza dell'apparecchio televisivo, l'unica strada sarà quella dell'autocertificazione. Alla quale, peraltro, nessuno può opporsi, sino a che non vengano effettuati controlli da parte dell'agenzia delle Entrate: il gestore elettrico non potrà pretendere, sempre stando alla lettera della norma, di chiedere ancora il canone dopo aver ricevuto l'autocertificazione.

Inoltre, se il meccanismo delineato dalla legge di Stabilità dovesse funzionare a dovere, anche le duplicazioni dovrebbero essere poche: è infatti autorizzato “lo scambio e l'utilizzo dei dati relativi alle famiglie anagrafiche, alle utenze per la fornitura di energia elettrica, ai soggetti tenuti al pagamento del canone di abbonamento alla televisione nonché ai soggetti esenti, da parte dell'Anagrafe tributaria, dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico, dell'Acquirente Unico Spa, del Ministero dell'Interno, dei Comuni, nonché di altri soggetti pubblici o privati che ne hanno la disponibilità”. Se i fornitori elettrici, avendo a disposizione questa massa di dati informatici, li incrociano come sei deve, le duplicazioni dovrebbero ridursi di molto. Certo, i tempi sembrano un po' stretti.

Quanto al pagamento, nel Ddl Stabilità viene indicato che il canone apparirà separato dal costo dell'elettricità, quindi in caso non sia dovuto lo si potrà scorporare con un pagamento a parte. Le cose si presentano più complicate per chi ha la domiciliazione bancaria, dato che queste “autorizzazioni all'addebito diretto sul conto corrente bancario o postale rilasciate dai titolari di utenza per la fornitura di energia elettrica si intendono estese al pagamento del canone di abbonamento televisivo, salvo contraria manifestazione di volontà dell'utente”, che quindi deve farsi parte attiva prima che arrivi in banca la bolletta da pagare. In sostanza, le banche (ma soprattutto i gestori del servizio di fornitura elettrica) rischiano la revoca della domiciliazione da parte dei molti che vogliono evitare di pagare due volte, almeno sinché la situazione non si sarà chiarita.

In ogni caso (si veda l'intervista di oggi del sottosegretario Antonello Giacomelli a 24 Mattino su Radio 24) il canone non sarà dovuto sui device (tablet, smartphone o pc) in grado di ricevere le trasmissioni. Quanto alle sanzioni per chi non paga, lo stesso sottosegretario ha parlato di sanzioni da 200 a 600 euro (non di 500 come è scritto nel Ddl Stabilità) anche se in controlli, di fatto, risultano quasi impossibili, come lo sono sempre stati.

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