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Partite Iva, così cambia il fisco

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lo scenario

Partite Iva, così cambia il fisco

ROMA - Il Governo prova a cambiare il volto al fisco di professionisti e imprese. Con l’obiettivo dichiarato a più riprese non solo di semplificare gli adempimenti per renderli più rapidi e soprattutto meno onerosi, ma anche con quello di sostenere la crescita delle partite Iva. Si partirà, salvo ulteriori approfondimenti, alla fine del mese di maggio con la presentazione di un correttivo al decreto semplificazioni attuativo della delega fiscale (Dlgs 175/2014). Non è esclusa comunque la possibilità che alcune delle norme di snellimento degli adempimenti possano confluire anche nel decreto legge “Finanza per la crescita 2.0”, di cui a più riprese ha parlato lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Decreto che utilizzerà in alcuni casi la leva fiscale soprattutto per spingere le piccole e medie imprese a valutare nuovi canali per l’apporto di capitali alternativi a quello bancario. In questa direzione vanno infatti le misure annunciate di una detassazione per i piani di investimento a lungo termine, un intervento ad hoc sui fondi pensione e un rilancio dei minibond.

“Le misure fiscali allo studio per le partite Iva arriveranno scaglionate da fine maggio a dicembre prossimo con la legge di stabilità.”

 

Le misure fiscali allo studio per le partite Iva arriveranno, dunque, scaglionate da fine maggio a dicembre prossimo con la legge di stabilità. In quella sede, infatti, sarà possibile introdurre una serie di misure attese da tempo dalle associazioni di categoria e dagli ordini professionali, magari perché rimaste escluse dall’attuazione delle delega fiscale o perché dettate dai giudici di legittimità, ma che richiedono le necessarie coperture. È il caso della nuova flat tax , già ventilata come Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri), con cui saranno “premiate” con una tassazione proporzionale (Ires) e non più progressiva (Irpef) tutte le imprese personali che lasciano gli utili in azienda. Con la flat tax potrebbe arrivare anche l’applicazione del criterio di cassa per la determinazione del reddito prodotto dalle imprese personali in contabilità semplificata. Il meccanismo consentirebbe anche a questi soggetti, così come già avviene per i professionisti, di pagare le tasse su quanto realmente “guadagnato” .

Con la stabilità potrebbero arrivare la definizione dell’autonoma organizzazione per dare certezza a professionisti e micro imprese sulla non applicazione dell’Irap (si veda pagina 2) così come l’abolizione degli studi di settore per alcune categorie. A partire dai professionisti per i quali lo strumento non ha mai funzionato correttamente nella determinazione dei compensi. La riforma degli studi porterà anche all’abbandono definitivo dello strumento a fini di accertamento per utilizzarlo solo ai fini della compliance. Saldi di finanza pubblica permettendo sullo sfondo della prossima legge di bilancio potrebbe ritagliarsi uno spazio l’aumento della quota di deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa oggi limitata al 20 per cento.

Annunciate invece per maggio una serie di semplificazioni “costo zero” su cui il viceministro all’Economia, Luigi Casero, continua a confrontarsi con le associazioni di categoria e con i professionisti. Meno comunicazioni e più digitalizzazione degli obblighi. Potrebbero sintetizzarsi così i diversi interventi allo studio. Ad esempio l’addio allo spesometro, così come la cancellazione di una serie di comunicazioni (assegnazione di beni ai soci, finanziamento ai soci, operazioni black list o le dichiarazioni d’intento) potrebbero finire tra le “misure premiali” per invogliare le partite Iva alla comunicazione di tutti i dati delle fatture. Un meccanismo per potenziare la fatturazione elettronica B2B che allo stato attuale prenderà il via dal 2017. Per restare nel campo delle comunicazioni il Fisco non chiederà più i dati di cui è già in possesso, fatte salve eventuali variazioni. Questo principio, ad esempio, eviterà ai contribuenti di inviare ogni anno le comunicazioni sugli affitti. Anche per le case detenute all’estero si dovranno comunicare al fisco soltanto le variazioni.

Svolta digitale sia per le notificazioni degli atti catastali sia di quelli dell’agenzia delle Entrate, ivi inclusi gli atti di accertamento. Questi documenti arriveranno direttamente nella casella postale del professionista o dell’impresa interessata attraverso la posta elettronica certificata (Pec).

Sono definite da tutti due misure di civiltà fiscale: la moratoria estiva con sospensione feriale dei termini amministrativi a carico dei contribuenti (saranno compresi anche gli avvisi bonari); la proroga automatica di 60 giorni dei termini di versamento e dichiarazione in caso di ritardi dell’amministrazione finanziaria nell’emanazione di provvedimenti attuativi, istruzioni o prospetti. In sostanza, come prevede lo Statuto dei contribuenti, tra l’introduzione di una “regola” e il suo adempimento dovranno sempre intercorrere almeno 60 giorni. Ritorna, poi, il modello F24 cartaceo per i non titolari di partite Iva, mentre resta ancora in bilico tra eliminazione e drastica semplificazione il modello 770. Per il prospetto dei sostituti d’imposta l’agenzia propone una sorta di modello precompilato.

Tra quelle ancora in forte dubbio spicca anche l’abrogazione della presunzione legale di maggiori compensi per i versamenti non giustificati sui conti correnti dei professionisti.

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