Norme & Tributi

Casse dei professionisti, i pensionati crescono più degli iscritti

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CASSE DI PREVIDENZA

Casse dei professionisti, i pensionati crescono più degli iscritti

  • –di , V. Maglione e V. Uva

A fronte di quasi un milione di professionisti ancora al lavoro, ce ne sono quasi 200mila a riposo.

Dal 2010 al 2015 i pensionati sono cresciuti a un ritmo maggiore rispetto ai nuovi ingressi: +22% in sei anni, contro un aumento di iscritti del 15 per cento. Ma grazie a una serie di manovre contributive e al “fascino” della libera professione i conti delle Casse autonome restano in sostanziale salute. Non registra squilibri complessivi la fotografia delle Casse privatizzate nel 1994, scattata dal Sole 24 Ore sui bilanci 2015 e sui dati forniti dagli stessi enti.

Certo, la crisi ha falcidiato i redditi, ma la capacità di attrarre sempre più giovani e dunque l’aumento delle iscrizioni (+ 15% gli attivi) ha supplito, in parte, al calo dei versamenti individuali. E laddove l’aumento non è bastato, sono subentrate – seppure in tempi diversi – le manovre dei singoli enti di gestione sui contributi e sulle regole di accesso ai trattamenti di quiescenza, per centrare l’obiettivo di legge della sostenibilità a 50 anni.

Sotto quest’omogenea immagine di superficie, la realtà varia però da categoria a categoria, secondo dinamiche molto diverse, evidenziate nei grafici in pagina.

Il rapporto attivi/pensionati

Quasi tutte le professioni in questi anni hanno visto diminuire il rapporto tra iscritti attivi, in grado di pagare le pensioni, e quelli a riposo. In controtendenza solo avvocati, farmacisti e veterinari.

Proprio la Cassa forense ha registrato un picco di nuovi iscritti negli ultimi due anni, spinto dalla riforma dell’avvocatura: la legge 247 del 2012 ha imposto a tutti gli iscritti all’albo di iscriversi anche alla Cassa, indipendentemente dal reddito. «Una norma positiva – valuta il presidente dell’ente, Nunzio Luciano – che ci ha permesso di dare cittadinanza ai colleghi che, in alcuni casi, erano iscritti all’Inps e, in altri, non avevano copertura previdenziale». I nuovi iscritti sono stati circa 50mila, 8mila dei quali si sono poi cancellati. Così, i contribuenti alla Cassa sono passati dai 177mila del 2013 ai 235mila del 2015; e gli ingressi hanno portato circa 70 milioni di entrate in più. Anche la Cassa dei farmacisti (Enpaf) negli ultimi 5 anni ha visto il rapporto attivi/pensionati salire da 3,07 a 3,76. «Grazie anche ai concorsi straordinari per l’assegnazione di sedi farmaceutiche, previsti dal decreto “cresci Italia” del 2012», commenta il presidente Emilio Croce. «Per partecipare – spiega – è infatti necessaria l’iscrizione all’Ordine, e quindi alla Cassa». Al contrario, l’indice è in sensibile calo per architetti e ingegneri, sceso in sei anni da 9,4 a 6 punti. Del resto, nello stesso periodo la categoria ha ottenuto il record di aumento dei pensionati (+68%). La crisi dell’edilizia pesa più sugli architetti che sugli ingegneri, come ha spiegato il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro: oggi circa il 50% dei liberi professionisti iscritti all’ente dichiara un reddito inferiore a 15mila euro.

Le manovre

Le Casse sono intervenute con manovre correttive (si veda anche il Sole 24 Ore del 19 luglio). Così, per esempio, i notai hanno dovuto fronteggiare il dimezzamento dei redditi a partire dal 2006 con l’aumento delle aliquote contributive, passate dal 30% del 2010 al 42% del 2014 per gli atti oltre i 37mila euro. La Cassa dei dottori commercialisti ha messo i conti in sicurezza con la riforma del 2004. «Abbiamo deciso di applicare il sistema di calcolo contributivo per tutti i versamenti fatti dal 1° gennaio 2004 in poi – dice il presidente, Renzo Guffanti – senza prevedere un periodo di transizione. I trattamenti retributivi puri, i più rotondi, sono dunque rimasti 2mila ed è abbastanza agevole, per i quasi 65mila iscritti attivi, portarne il peso». I consulenti del lavoro di Enpacl hanno virato verso un sistema contributivo dal 2014, temperato da maggiorazioni per le anzianità prima di quella data. Con il risultato di aver quasi raddoppiato il saldo positivo tra entrate e spese nel periodo considerato.

I farmacisti hanno spostato l’età pensionabile da 65 a 68 anni (più, dal 2016, 4 mesi per l’adeguamento all’aspettativa di vita) e abrogato da quest’anno la pensione di anzianità. L’Enpaf conserva ancora un sistema retributivo secco, «ma stiamo studiando una riforma per virare verso il contributivo – precisa Croce – e andare incontro ai giovani».

In aiuto ai conti della Cassa ragionieri (Cnpr) è intervenuta da quest’anno l’attrazione verso la Cassa degli esperti contabili iscritti all’Albo unificato dei dottori commercialisti (elenco B) . In tutto – stima il bilancio della Cnpr – si tratta di circa 800 iscritti in più.

Correzioni attive anche per i geometri, nonostante la conversione al contributivo già dal 2007. «Complice la crisi abbiamo dovuto fronteggiare un incremento delle pensioni di anzianità – spiega il presidente Cipag, Fausto Amadasi – senza contare che se prima il geometra continuava a lavorare anche dopo la pensione, ora non riesce più a farlo». La Cassa ha quindi gradualmente alzato i contributi, fino al 15% nel 2017, mentre da quest’anno andrà a regime la nuova età pensionabile a 67 anni.

Ancora in attesa di correttivi, invece, il bilancio previdenziale dell’Inpgi, la Cassa di previdenza dei giornalisti, dove nel 2015 le uscite hanno superato di oltre 110 milioni le entrate. Una situazione dovuta all’aumento delle prestazioni per pensioni (+25%) e la diminuzione dei contributi (-6%). «Il calo – ragiona la neopresidente Marina Macelloni – è la conseguenza della perdita di posti di lavoro dovuta alla crisi: 900 solo l’anno scorso». In aumento anche gli ammortizzatori sociali (+ 3,3% nel 2015). Per Macelloni, «è indispensabile completare la riforma: la parte relativa alle entrate è già stata approvata dai ministeri vigilanti; stiamo rielaborando gli interventi su età e calcoli per la pensione e contiamo di presentarli dopo l’estate».

Il welfare

Un boom quello della spesa per il welfare, che in sei anni è cresciuta del 34% arrivando a 163 milioni (che valgono però il 5% delle pensioni). I commercialisti, ad esempio, destinano all’assistenza il 2% dell’attivo di bilancio. Gli avvocati puntano sul “welfare attivo” per sostenere gli iscritti in campo professionale, familiare e sanitario, in alcuni casi anche utilizzando i fondi europei. Dopo l’estate la Cassa forense varerà un bando sul microcredito per aiutare i giovani avvocati ad aprire lo studio.

L’assistenza all’avviamento arriva anche dall’Enpacl per i consulenti del lavoro. Solo l’Enpam (medici) fa registrare una flessione per il welfare dovuta alla mancata approvazione da parte dei ministeri vigilanti della riforma che puntava ad aumentare le tutele per la gravidanza e i figli. Dalla Cassa fanno sapere che l’obiettivo dell’allargamento resta. In attesa del Ddl sul lavoro autonomo che renderà le misure di sostegno al reddito attività obbligatorie per tutte le Casse.

La solvibilità

La distanza tra Casse è più marcata sui “tesoretti” a disposizione degli iscritti, ovvero il patrimonio netto esposto in bilancio. Un fattore chiave per assicurare gli equilibri economico-finanziari e per garantire le pensioni future.

Il Sole 24 Ore ha messo in relazione il patrimonio netto con gli iscritti per singola Cassa. Ai due opposti si collocano veterinari e notai. I primi possono contare su circa 15mila euro teorici a testa. I notai, che anche nel 2015 sono rimasti al di sotto delle 5mila unità ma con un patrimonio tra i più cospicui, possono dormire sonni tranquilli: hanno oltre 184mila euro a testa.

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