Nel 2016 il flusso di imposte derivanti dai giochi ha superato i 10 miliardi, facendo registrare un incremento di 2 miliardi rispetto all’anno precedente. Il dato è emerso durante il question time alla commissione Finanze della Camera.
«L’incremento - si legge nella risposta del ministero dell’Economia - è spiegato il larga parte dalla accresciuta incidenza della tassazione sul gioco degli apparecchi da divertimento (Awp e Vlt, comunemente indicate come slot machines) previsto dalla legge di stabilità 2016».
La legge di stabilità del 2016 aveva infatti incrementato la tassazione sul comparto degli apparecchi da cui si ricava oltre il 50% del gettito complessivo. In dettaglio, il gettito dei giochi è composto da: 5,8 miliardi da slot machines, 1,8 miliardi dal gioco del lotto, 1,3 miliardi dal Gratta&vinci, 0,47 miliardi dal Superenalotto.
«Entro il 2019 - continua il Mef - il numero complessivo degli apparecchi da gioco non potrà risultare superiore al 70% di quelli presenti alla data del 31 luglio 2015, con una riduzione di circa 144mila apparecchi».
Nella risposta il ministero annuncia anche che per il 2017 «alcuni elementi inducono a ritenere probabile una contrazione del gettito, ad oggi di difficile quantificazione»: la causa sarebbero le delibere degli enti locali che prevedono un ridimensionamento dell’offerta legale del gioco. La Regione Piemonte e il Comune di Genova, per esempio, hanno stabilito che dal 2 maggio 2017 l’esercizio di sale e punti gioco sarà consentito solo a una distanza di oltre 300 metri da luoghi come scuole, ospedali, cimiteri, stabilimenti balneari, bancomat, istituti di cura, compro oro. I Comuni di Napoli, Milano, Bergamo e Firenze, invece, hanno introdotto forti limitazioni orarie all’apertura dei punti di gioco.
Tutto questo, teme il ministero, farebbe aumentare «il rischio in prospettiva di un espandersi del gioco illegale». A proposito del gioco illegale, l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha chiarito che fino a oggi sono stati oscurati 6.200 siti internet illegali.
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