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Dossier Pratiche auto a singhiozzo per la protesta contro il documento unico

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Dossier | N. 509 articoliCircolazione stradale

Pratiche auto a singhiozzo per la protesta contro il documento unico

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Da mercoledì scorso ci sono problemi per chi acquista o vende un veicolo: in molti casi, non è stato possibile effettuare la pratica. La situazione è migliorata da giovedì mattina, ma non è ancora risolta e anche la prossima settimana si prospetta a rischio. Infatti, proseguirà l’agitazione dei lavoratori di Acinformatica, il cui posto di lavoro è a rischio col riassetto dovuto all’attuazione nel settore della burocrazia dell’auto dalla riforma Madia della pubblica amministrazione. Per il pubblico, la riforma si riduce a far “confluire” l’attuale certificato di proprietà nella carta di circolazione, che conserverà il suo nome ma diventando il documento unico dei veicoli. Ma per l’Aci, che gestisce il Pra e controlla Acinformatica (società privata), potrebbero esserci problemi a finanziarsi perché quelli che sono gli attuali incassi del Pra (sui quali si regge praticamente tutto il bilancio Aci) transiteranno dal ministero dell’Economia, che dovrebbe poi decidere di anno in anno quanto rigirare all’ente.

Tutto questo preoccupa soprattutto i lavoratori di Acinformatica, perché è concreto il rischio che l’Aci perda risorse e perché l’attività della società si concentra sui sistemi telematici del Pra, che nel lungo periodo potrebbero anche integrarsi in qualche modo con la Motorizzazione. Cosa che da un lato eliminerebbe duplicazioni, dall’altro creerebbe problemi occupazionali.

Così è stato proclamato uno stato di agitazione che in questi giorni sta influendo soprattutto sui servizi di connettività, cioè sui collegamenti che partono dalla banca dati del Pra. Si parla quindi degli scambi di dati con tutti i punti abilitati a fungere da Sta (Sportello telematico dell’automobilista), ossia gli uffici provinciali di Motorizzazione e Pra e le agenzie di pratiche abilitate (tra queste ci sono le delegazioni Aci).

In pratica, quando uno degli apparati di rete ha un malfunzionamento (evento da considerare il più delle volte fisiologico), il flusso di dati deve essere reinstradato su altri collegamenti. Questo lavoro viene svolto dai tecnici del reparto telecomunicazioni di Acinformatica, la cui attività è rallentata dallo stato di agitazione (a causa dello stop alla reperibilità 24 ore su 24 e delle assemblee sindacali). Dunque, il recupero della funzionalità dopo ogni inconveniente richiede più tempo del solito.

Il risultato è che di volta in volta saltano alcuni collegamenti e ne funzionano altri. Questo comporta disagi per i terminali connessi da questi collegamenti. Nelle prime ore il fenomeno si è verificato in modo più esteso e casuale, poi le contromisure messe in atto lo hanno via via circoscritto. Nel pomeriggio di venerdì riguardava circa il 10% dei 6mila terminali sparsi per l’Italia.

Su ciascun terminale, poi, ci sono stati momenti in cui l’isolamento riguardava non tutte le connessioni ma solo quella con la banca dati della Motorizzazione o con quella del Pra.

Fonti di Acinformatica dicono che i disagi, essendosi presentati in modo imprevedibile di momento in momento, non hanno riguardato uno o più tipi di pratiche in particolare. Dunque, è stata toccata anche la “rimaterializzazione” dei certificati di proprietà digitali (pur essendo tali, è necessario stamparli quando si rivende il veicolo, perché fungono da atto di vendita che il proprietario deve firmare, aspetto al centro di polemiche dall’autunno 2015, quando la digitalizzazione partì). Ma, si dice, non in isura maggiore rispetto alle altre operazioni.

È prevedibile che lo stato di agitazione si protrarrà per tutta la settimana prossima, perché saranno i giorni in cui il Parlamento darà l’ok finale allo schema di decreto legislativo sul riassetto e il documento unico.

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