«Inizia un cammino nuovo, per me, e nel contempo anche per agenzia delle Entrate che vive il cambio al suo vertice. Una grande sfida perché siamo tutti chiamati a prendere una strada nuova». Lo scrive il neo direttore dell'Agenzia Ernesto Maria Ruffini in una lettera inviata ai dipendenti. «Vivo questa esperienza con profondo onore ed anche con l'umiltà di chi, entrando in una
grande famiglia, ha il dovere di farlo in punta di piedi, di rispettarne i valori, la storia, il lavoro, le eccellenze, le battaglie legate ad un ruolo complesso e forse mai pienamente apprezzato dal Paese».
«Le politiche fiscali - prosegue Ruffini - messe in campo dai Governi in questi ultimissimi anni e mesi hanno consentito di avviare un percorso di riforme innovativo anche per capovolgere il rapporto con i cittadini. Un percorso che va valorizzato dall'Agenzia e reso più solido non solo con la quotidiana azione di recupero dell'evasione fiscale, ma – come ha opportunamente ribadito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – anche “per rafforzare il sentimento di responsabilità civica fiscale, attraverso un serrato e continuo dialogo collaborativo tra fisco e contribuente che favorisca comportamenti virtuosi e, là dove necessario, auto correttivi”».
«Vi è la necessità - scrive ancora Ruffini - di offrire agli italiani un servizio diverso. La parola d'ordine dovrà essere in realtà un piccolo semplice tratto: il segno meno. Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti, ingiustizie, meno distacco dalla vita reale di chi produce, meno distanza dalla lingua italiana e, se saremo bravi, anche meno balzelli».
«Con impegno, pazienza e responsabilità dovremo, tutti insieme, far crescere il livello di rispetto dell'obbligo tributario - prosegue il neo direttore - con un'azione costante nel tempo e articolata nei mezzi: norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, interpretazioni imparziali, adempimenti più semplici con strumenti moderni, flessibili e testati, accertamenti basati sulla sostanza e motivati in modo impeccabile, presenza attenta nelle sedi giurisdizionali. E su tutto e prima di tutto, ascolto continuo e dialogo instancabile con i cittadini. Elementi determinanti anche per orientare le scelte degli investitori internazionali che osservano e analizzano il quadro fiscale di riferimento di ciascun Paese. Principi - prosegue la lettera di Ruffini - che dobbiamo far valere anche in ambiti nuovi della giustizia fiscale europea in cui possiamo essere un vero punto di riferimento, con l'obiettivo di non creare concorrenza sleale, squilibri e distonie tra operatori nazionali e internazionali».
«L'agenzia delle Entrate può rappresentare un nuovo motore di sviluppo per tutto il Paese perché questa evasione blocca la crescita; perché un sistema fisco più efficiente e chiaro crea e attrae nuovi investimenti, anche internazionali; perché dobbiamo rendere più leggero lo sforzo di chi ogni mattina alza la saracinesca della propria impresa». Lo scrive il neo direttore, Ernesto Maria Ruffini, in una lettera inviata a tutti i dipendenti. «l’agenzia delle Entrate dovrà
essere ancor di più al fianco di chi produce, così come delle famiglie e di quei cittadini che, troppo spesso, si sono sentiti circondati dal sistema fiscale, dalle tante lettere, da calendari di obblighi mutevoli e lunghi. Così come - spiega Ruffini - deve essere rigorosa con chi finisce in fuorigioco, Agenzia deve saper chiedere scusa se sbaglia. Deve, quando necessario, fare pulizia al proprio interno e tenere alta la bandiera della legalità».
«Non appartengo - continua Ruffini - alla squadra di chi sostiene che gli italiani hanno nel proprio Dna la furbizia dell'evasore. Non esiste questo tratto genetico. A chi in Agenzia vede gli italiani come contribuenti prima che come cittadini, come evasori prima che come contribuenti, consiglio di cambiare approccio in tempi rapidissimi».
«So bene - prosegue il direttore generale delle Entrate - che quando soffia la forza del cambiamento c'è chi alza muri e chi invece costruisce mulini a vento. Mi auguro di poter costruire, insieme a voi, un nuovo futuro che si basi sulle professionalità che vanno premiate in ogni modo e ad ogni livello e su un proficuo e costruttivo dialogo e rapporto con le forze sindacali». E cita Martin Luther King: «Può darsi che non siamo responsabili per la situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non facciamo nulla per cambiarla».
«Nei giorni in cui viene celebrato il primo uomo che camminò sulla Luna, riducendo le distanze fra il nostro pianeta e il suo satellite, mi piace pensare che riusciremo a ridurre le distanze fra fisco e cittadini - conclude Ruffini - contribuendo alla costruzione di un'Italia più moderna, più coesa ed equa. Perché “diventeremo responsabili noi se non faremo nulla”».
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