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La carta dell’e-fattura «taglia adempimenti»

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le conclusioni

La carta dell’e-fattura «taglia adempimenti»

La soluzione per uscire dal caos degli adempimenti legati allo spesometro è quella di voltare pagina. Per fare cosa, però? Si potrebbe scegliere con consapevolezza e con intenti chiari e convergenti la via della fattura elettronica.

1 Un nuovo
strumento «aperto»

Per far questo, al di là delle posizioni espresse dalle diverse parti interessate, è necessario concordare sul significato del termine «fattura elettronica». Si deve trattare, infatti, di un flusso strutturato di dati con un formato aperto che consenta a tutti di gestire l’informazione in modo automatico (il concetto trova una prima realizzazione nella «fatturapa»). Questo risponderebbe alle esigenze dei contribuenti che potrebbero gestire l’informazione in modo automatico, eliminando l’attività di inserimento dei dati; risponderebbe, inoltre, alle esigenze dell’agenzia delle Entrate che potrebbe avere informazioni dirette e tempestive; infine, risponderebbe anche alle esigenze dei professionisti che potrebbero migliorare la comunicazione documentale con i propri clienti.

2 Incentivi e un ruolo per gli intermediari

Per introdurre la fattura elettronica è però necessario che si verifichino almeno due condizioni. La prima è che il legislatore preveda che per l’implementazione dei sistemi relativi ai singoli contribuenti vengano introdotti incentivi adeguati e proporzionali allo sforzo richiesto. La normativa del 2016 era insufficiente. La seconda è che gli intermediari (professionisti e associazioni di categoria) si facciano promotori di questa rivoluzione creando hub di gestione della fattura elettronica. Questo potrebbe aiutare anche a sviluppare nuove forme di assistenza e consulenza per informazioni più complete e tempestive.

3 Basta con (quasi) tutti gli adempimenti

L’effetto del passaggio alla fattura elettronica deve essere, però, l’abolizione di qualunque adempimento dichiarativo (se non di quello annuale), l’abolizione dello scontrino e della ricevuta fiscale e l’utilizzo della fattura elettronica in modo generalizzato. Inoltre, sul piano della compliance, le anomalie riscontrate debbono dar luogo a un’informativa da parte delle Entrate nei confronti dei contribuenti (lettere e informative) che deve anche permettere a questi ultimi di poter correggere in modo indolore gli errori palesi e non intenzionali. In altre parole, la lettera del fisco dovrebbe consentire al contribuente di correggere l’errore o integrare le dichiarazioni, in termini molto brevi (30 giorni) senza che il comportamento possa essere sanzionato.

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