Norme & Tributi

Dalla Sicilia alla Lombardia, ecco come funziona il baratto amministrativo

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Dalla Sicilia alla Lombardia, ecco come funziona il baratto amministrativo

Gli americani la chiamano «win-win situation»: una soluzione in cui tutti ci guadagnano. Il baratto amministrativo ne è un esempio perfetto: i cittadini che non riescono a pagare i tributi locali possono saldare il debito lavorando per il Comune, che ci guadagna in “forza lavoro”. A prevederlo è stato il decreto “sblocca Italia” del 2014 e da allora diverse amministrazioni hanno attivato progetti di baratto amministrativo. L’ultimo Comune ad averlo introdotto è Gela, in provincia di Caltanissetta. Qui i contribuenti potranno pagare i tributi comunali con prestazioni d’opera in lavori di pubblica utilità fino a compensazione delle imposte dovute. L’avviso pubblico prevede un termine per la presentazione delle domande fissato al 3 novembre.
Oltre ai singoli cittadini, possono beneficiare della misura anche associazioni o altre formazioni sociali in possesso dei requisiti previsti dal regolamento.

Gli uffici comunali predisporranno una graduatoria degli aventi diritto. «Il baratto amministrativo - ha spiegato il sindaco Domenico Messinese - viene applicato, in forma volontaria e sussidiaria, ai cittadini attraverso la riduzione o l’esenzione di tributi inerenti il tipo di attività posta in essere. Il baratto amministrativo darà un’opportunità in più per andare incontro alle esigenze delle fasce sociali più deboli e alle difficoltà di tanti nel pagamento delle imposte comunali attraverso una controprestazione».

Il decreto del 2014 lascia ampi margini ai Comuni, che possono autonomamente definire i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli e associati, «purché individuati in relazione al territorio da riqualificare». Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze o strade e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. «In relazione alla tipologia dei predetti interventi - si legge nell’articolo 24 del Dl “sblocca Italia” - i Comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L’esenzione è concessa per un periodo limitato, per specifici tributi e per attività individuate dai Comuni, in ragione dell’esercizio sussidiario dell’attività posta in essere».

Nel 2016 il baratto amministrativo è stato attivato anche a Milano, dove i cittadini che si trovano in condizioni di morosità incolpevole hanno potuto estinguere i debiti con l’amministrazione prestando un’attività lavorativa temporanea come la manutenzione e l’abbellimento di beni comunali. Il bando milanese prevedeva alcuni paletti: era infatti possibile estinguere debiti maturati fino al 2013 e per un valore minimo di 1.500 euro. Inoltre, per accedere al bando era necessario dimostrare che l’impossibilità di pagare fosse legata alla perdita o alla riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare a causa di licenziamento, riduzione di reddito consistente (oltre il 30%) per cassa integrazione o riduzione di orario di lavoro, mancato rinnovo del contratto, cessazione di attività libero professionale, problemi di salute o variazioni nella composizione del nucleo familiare che provocano la riduzione del reddito.

A Roma nello scorso mese di aprile alcuni comitati hano chiesto all’assessore alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, di recepire le disposizioni sul baratto amministrativo permettendo così ai cittadini e alle associazioni che si occupano di aiuole e giardini di ottenere sconti sui tributi.

La formula del baratto è stata sperimentata anche da decine di Comuni più piccoli come Qualiano, San Giorgio a Cremano, Ottaviano, Poggiomarino e Nola (tutti in provincia di Napoli), Castellanza (Varese), Narni (Terni), Magliano Alfieri (Cuneo), Travacò Siccomario (Pavia), Monticiano (Siena), Bagno a Ripoli (Firenze) e molti altri.

Il nuovo Codice dei contratti, adottato con il Dlgs n. 50 del 2016, ha introdotto una nuova disposizione sul baratto amministrativo che si sovrappone alla precedente disciplina ed estende il baratto a tutti gli enti territoriali, mentre finora l’istituto era limitato ai soli Comuni.

Sul baratto amministrativo, però, sono stati sollevati alcuni dubbi dalla Corte dei Conti. In particolare, la sezione Emilia Romagna e la sezione Veneto.
Con la pronuncia del 23 marzo 2016 (delibera n. 27) la Corte dei conti Emilia Romagna ha chiarito che il baratto amministrativo deve essere disciplinato da un regolamento comunale (non basta quindi una semplice delibera della giunta) e non può riguardare i debiti pregressi dei contribuenti. Ls sezione Veneto aveva invece sottolineato che le agevolazioni connesse al baratto amministrativo non possono essere fruite dalle imprese, perché si verificherebbe un’elusione delle regole di evidenza pubblica.

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