Autonomia gestionale, finanziaria e «un’apposita e specifica sezione contrattuale del comparto di contrattazione di riferimento» della Pa. Non solo. Per le agenzie fiscali arriva un concorso ad hoc per reclutare i dirigenti, mentre i titolari delle posizioni di responsabilità potranno adottare atti e provvedimenti amministrativi, «compresi tutti gli atti che impegnano l’agenzia verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di organizzazione di risorse umane, strumentali e di controllo». Inoltre i direttori delle Entrate e delle Dogane resteranno in carica, salvo spoil system, cinque anni contro i tre dell’attuale disciplina. E lo stesso varrà per il comitato di gestione delle agenzie fiscali, che a sua volta perderà i rappresentanti di autonomie locali e regioni. Tra gli obiettivi si farà espresso riferimento all’incremento «del livello di adempimento spontaneo degli obblighi tributari». La compliance entrerà nella quota incentivante per l’attività della macchina fiscale.
Sono solo alcune delle novità che potrebbero arrivare con l’emendamento al Dl fiscale collegato alla manovra. Il condizionale è d’obbligo perché il testo andrà sottoposto al via libera dei senatori della commissione Bilancio. Sugli ultimi dettagli il governo ha lavorato fino a tarda sera ben sapendo che il correttivo è sorretto da una forte volontà politica sia di chiudere, dopo oltre due anni e mezzo, la ferita aperta nell’agenzia delle Entrate con la sentenza della Corte costituzionale che nel marzo del 2015 ha tagliato 8mila posizioni dirigenziali perché non attribuite con concorso ma su incarico diretto; sia per tradurre in atti concreti le indicazioni di Ocse e Fmi sulla necessità di dotare le agenzie di maggiore autonomia.
Sulla questione più attesa, ossia il reclutamento del personale, l’emendamento al momento va a sostituire l’articolo 71 del decreto 300 del ’99 sull’organizzazione del governo intervenendo sulle norme che regolano le agenzie fiscali. Salvo ulteriori modifiche l’accesso alla qualifica dirigenziale delle agenzie avverrà con procedura concorsuale pubblica per titoli ed esami. Le agenzie potranno comunque stipulare contratti a tempo determinato. Gli esami, e qui il concorso sembra concedere un’attenzione in più soprattutto a chi un’esperienza nelle agenzie l’ha già maturata, consistono in una prova scritta a carattere pratico e in una prova orale per valutare le capacità «cognitive e le competenze manageriali attinenti alle diverse tipologie di compiti istituzionali dell’agenzia che bandisce il concorso». E con la possibilità di prevedere una prova preselettiva con test a risposta chiusa se il numero di candidati superia il limite indicato nel bando.
Possono inoltre essere esonerati dalla preselezione i dipendenti delle agenzie fiscali che abbiano svolto per almeno due anni alla data del bando funzioni dirigenziali ovvero incarichi di responsabilità per posizioni organizzative. Nella valutazione dei titoli, poi, peseranno «le esperienze lavorative pregresse». Per posizioni con particolare specializzazione ed esperienza viene prevista una riserva di posti del 50% per il personale assunto con concorso e in servizio nelle agenzie con un’anzianità «nella terza area» di almeno 10 anni. Il reclutamento dei funzionari potrà arrivare per passaggio diretto da altre amministrazioni pubbliche soggette a vincoli assunzionali, o con procedura concorsuale pubblica. Potranno essere previste una o più prove preselettive con strumenti automatizzati e con «facoltà di affidamento a soggetti esterni specializzati».
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