Per Rossella Orlandi si profila un ritorno sul territorio. L’ex numero uno dell’agenzia delle Entrate - e attualmente vicedirettore con delega al Catasto - è pronta a prendere la guida della Direzione regionale dell’Emilia Romagna a partire da febbraio. Un ritorno alla guida di una Dre (così si chiamano le direzioni regionali delle Entrate) perché prima di assumere il ruolo di numero uno del Fisco italiano (ricoperto da giugno 2014 a giugno 2017), la Orlandi aveva già ricoperto il ruolo di direttore regionale in Piemonte. Un ruolo più operativo sul campo, quello che si delinea dopo l’ultimo comitato di gestione dell’Agenzia.
Le altre nomine
Un giro di poltrone che dovrebbe portare l’attuale numero uno dell’Emilia Romagna, Paola Muratori, alla guida della direzione regionale del Lazio. Mentre l’attuale direttore regionale del Lazio Michele Garrubba dovrebbe assumere il ruolo di aggiunto presso la direzione centrale Audit guidata da Leonardo Zammarchi.
La riorganizzazione con le due divisioni
Il prossimo passaggio - molto atteso - è quello che dovrebbe portare alla riorganizzazione della macchina centrale dell’agenzia delle Entrate. Con la nascita delle due macrodivisioni destinate a «Servizi» e a «Contribuenti». L’interpello (ossia il bando) per la procedura di selezione dei due vicedirettori e degli altri direttori centrali si è chiuso il 12 gennaio. Ora sarà la commissione valutatrice a passare al vaglio le candidature pervenute.
Una volta che tutti i tasselli andranno al loro posto, il ridisegno complessivo fortemente voluto dal neodirettore Ernesto Maria Ruffini potrà finalmente decollare. I tempi attualmente stimati potrebbero essere quelli di un debutto a inizio febbraio.
Le figure semidirigenziali e il concorso
A questo si affianca poi il quadro delineato dalle misure inserite nell’ultima legge di bilancio. Arrivano, infatti, sia il concorso per dirigenti sia un'articolazione diversa attraverso la creazione di figure semidirigenziali come le posizioni organizzative di elevata responsabilità (Poer), ad alta professionalità (Poap) e a particolare specializzazione (Pops). In un quadro che vede un'ulteriore estensione – stavolta fino al 31 dicembre 2018 – delle posizioni organizzative temporanee (Pot), create nell'estate 2015 dopo lo stop della Consulta a circa 800 funzionari incaricati di funzioni dirigenziali per evitare il collasso degli uffici in attesa dei concorsi da dirigenti che finora non si sono mai conclusi in una guerra infinita di ricorsi e controricorsi alla giustizia amministrativa.
Sulle Pot parola al Tar del Lazio
Posizioni organizzative temporanee su cui, però, è atteso il giudizio del Tar del Lazio dopo la sentenza (63/2018) del Consiglio di Stato che ha affermato la competenza del giudice amministrativo a decidere sulla loro legittimità a fronte del ricorso presentato dal sindacato Dirpubblica.
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