In attesa di capire come finirà la partita parlamentare per la riorganizzazione delle agenzie fiscali (l’esame del Ddl è stato avviato in commissione Finanze al Senato) tra le tensioni interne alla maggioranza e la possibilità di recupero all’interno della manovra, l’agenzia delle Entrate fa un altro passo avanti verso il restyling. Un ritocco alla struttura interna che dovrebbe portare alla nascita di delle divisioni «Servizi» e «Contribuenti» a cui faranno capo complessivamente 13 direzioni centrali (rispettivamentre tre in seno alla prima e dieci per la seconda). Così il comitato di gestione delle Entrate (in sostanza l’equivalente del consiglio di ammnistrazione), dopo un primo esame avvenuto già a fine luglio, ha approvato la modifica del regolamento di amministrazione dell’Agenzia, che ora ritorna al Mef per essere approvato dal ministro Padoan entro 45 giorni (vale la regola del silenzio assenso). A questo si accompagna anche il via libera al nuovo atto organizzativo, che ridefinisce le linee d’azione secondo il disegno ideato dal nuovo direttore Ernesto Maria Ruffini.
Lotta all’evasione, analisi di rischio e consulenza
Il concetto di fondo era stato anticipato proprio da Ruffini nel corso delle audizioni presso le commissioni Finanze prima al Senato e poi alla Camera. La direttrice dell’atto organizzativo è quella di «dare più forza al contrasto dell’evasione con la “E” maiuscola, ma anche alle funzioni di consulenza e analisi di rischio», ha detto il direttore davanti ai parlamentari. E in questo senso la nuova Agenzia intende lavorare per orientare l’attività di controllo e accertamento per potenziare la compliance, prevenire in aticipo i rischi di evasione ed elusione piuttosto che inseguirli in seguito con la repressione (e con tutte le difficoltà annesse e connesse di recupero e riscossione) e ridurre il contenzioso.
A questo disegno è funzionale anche la revisione dell’organizzazione interna a livello centrale. Un’operazione che poi potrebbe anche consentire di “ridurre le distanze” tra gli indirizzi emanati a livello centrale e poi l’operato sul territorio.
Le due nuove divisioni
Come anticipato, il progetto che ora dovrà avere il via libera dal ministero dell’Economia prevede l’istituzione di due divisioni, ciascuna delle quali sarà guidata da un vicedirettore.
•La divisione Servizi. Sarà chiamata a relizzare a livello centrale l’integrazione tra tutti i servizi ai contribuenti, compresi quelli relativi al fisco sugli immobili. Dalla divisione, infatti, dipenderanno le Direzioni centrali che si occuperanno dei servizi fiscali (detto in altri termini, è quella da cui dipende la predisposizione dei modelli, la gestione degli atti, il coordinamento dell’assistenza all’utenza e i rapporti con gli intermediari abilitati). A questa poi si aggiungeranno la direzione centrale per servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare e quella per i servizi estimativi e Omi (osservatorio immobiliare).
•La divisione Contribuenti. Dal processo al tipo di contribuente. Nascono, infatti, le direzioni centrali dedicate rispettivamente a «Persone fisiche, lavoratori autonomi ed enti non commerciali», «Piccole e medie imprese», «Grandi contribuenti». Un modello che guarda alle amministrazioni finanziarie esrere. A queste poi si aggiungono sette direzioni centrali con funzioni trasversali e di supporto: si va dal coordinamento normativo all’audit e dalle tecnologie alle risorse umane. L’aspetto più innovativo è che ognuna delle tre nuove divisione “tardate” sul tipo di contribuente sarà chiamata a gestire l’intero “ciclo”: consulenza, interpelli, ma anche controlli, accertamento e poi riscossione e contenzioso.
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