Il dato di fatto è che la compliance non è più una parola sconosciuta. La strategia della spinta al dialogo portata avanti con le lettere ha fatto cresce di quasi tre volte il recupero delle Entrate per questa specifica voce (dai 500 milioni del 2016 a 1,3 miliardi del 2017). Quindi, la lotta all’evasione è anche questo. Così come è vero che la crescita del numero di destinatari di alert preventivi è ascrivibile anche ai nuovi adempimenti, ossia le comunicazioni trimestrali dei dati delle liquidazioni Iva e dei dati fatture (il tanto “tormentato” spesometro): sono state, infatti, il 44% dei quasi 1,5 milioni di lettere spedite lo scorso anno.
Del resto, focalizzare l’attenzione sull’Iva è quasi un atto dovuto nella lotta all’evasione. A certificarlo non è solo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto due settimane fa alla presentazione dei risultati 2017 della lotta all’evasione. Ma sono i numeri a chiarire come il gap tra imposta sul valore aggiunto potenziale e quella effettivamente versata resti ancora elevato: il 26,4% secondo l’ultima relazione del ministero dell’Economia sull’evasione fiscale e contributiva resa nota a settembre. Su 35 miliardi complessivi sfuggiti al Fisco nel 2015, sono addirittura 8,4 i miliardi di mancati versamenti. Un dato che, non a caso, è alla base di tutte le misure antievasione adottate negli ultimi anni: dalle comunicazioni dati alla progressiva estensione dello split payment per finire con il debutto della fattura elettronica obbligatoria tra “privati” che avverà a pieno regime dal 2019.
Anche per il futuro la prospettiva è di andare a incrementare il “bottino” ottenuto attraverso questo meccanismo che, bisogna ricordarlo, mette in guardia il contribuente su possibili anomalie, errori o violazioni commesse offrendogli la chance di “recuperare” con il ravvedimento operoso (sostanzialmente con sanzioni scontate) e senza rischiare futuri accertamenti. Il piano delle performance delle Entrate prevede, infatti, un incremento del 10% per ciascuna annualità dal 2018 al 2020 dei versamenti spontanei “sollecitati” con le lettere di compliance.
In realtà, in termini numerici i recuperi da alert valgono appena il 6,5% del totale di 20,1 portato a casa dalle Entrate per il 2017. Tuttavia va considerato l’effetto indotto, che emerge dai dati sui versamenti spontanei di imposte dirette, indirette e tributi locali cresciuti di 7,6 miliardi (+1,9%) dal 2016 al 2017.
Ma è chiaro che la lotta all’evasione non può essere tutta qui. A fronte di una montagna di 100-110 miliardi di euro tra tributi e contributi evasi ogni anno, vanno messe in campo anche misure repressive. In questo senso la riorganizzazione a livello centrale dell’agenzia delle Entrate dovrebbe servire a tarare meglio le direttrici da seguire sulle tipologie di contribuenti: persone fisiche e autonomi, piccole e medie imprese, grandi contribuenti.
Questo dovrebbe consentire di sistematizzare metodi e approcci diversi messi a punto nel corso degli anni (come si evince dalla grafica presentata in queste pagine), tenendo conto che non c’è un solo tipo di evasione ma tante. E anche l’omessa fatturazione, che può essere trasversale, poi va ad alimentare dinamiche diverse a seconda del soggetto osservato.
Per poter mirare al bersaglio, evitando il più possibile accertamenti poi contestabili o addirittura ribaltabili in contenzioso, diventa strategica l’analisi preventiva del rischio-evasione. Un concetto che sta entrando sempre più nel dna di tutta l’amministrazione fiscale italiana. Anche per questo, si va verso uno “scongelamento” della Superanagrafe dei conti correnti prevista da una norma del 2011 ma mai diventata operativa, come segnalato, tra l’altro, pochi mesi fa dalla Corte dei conti.
Analisi del rischio che emerge, in particolare, nel manuale operativo della Guardia di Finanza che si concentra anche su chi ha ricevuto gli alert ma ha ritenuto di non rispondere o adeguarsi alle richieste. Con l’ausilio delle banche dati, le Fiamme gialle possono monitorare nel tempo i comportamenti di cittadini e operatori economici maggiormente propensi all’evasione.
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