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Partite Iva, corsa senza fine verso la flat tax al 15%

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MINI-IMPRESE E AUTONOMI

Partite Iva, corsa senza fine verso la flat tax al 15%

La flat tax sui redditi delle persone fisiche c’è già. E volente o nolente ha un grande appeal sul popolo delle partite Iva. Per chi ha aperto una nuova posizione, ossia ha avviato un’attività in proprio sia imprenditoriale che professionale, il regime con un’imposta sostitutiva del 15% e adempimenti semplificati è stato una calamita nel 35,7% dei casi. Questo vuol dire che l’opzione è stata esercitata da 182.519 soggetti su un totale di 512mila nuove aperture. Un dato che, come sottolineano dall’Osservatorio presso il dipartimento delle Finanze che ha diffuso le informazioni sullo scorso anno, rappresenta un risultato superiore rispetto al 2016, quando il forfettario era stato scelto da 165.487 soggetti (il 27% delle nuove aperture).

Non solo per chi apre la partita Iva

Ma l’appeal del regime forfettario non si può misurare soltanto con le nuove aperture. Già, perché a differenza del regime dei minimi (quello in cui la flat tax è ancora più bassa, al 5%, ma che non si può più scegliere dal 2016) al regime forfettario si può aderire anche in “corsa”, ossia per chi proviene dal regime ordinario e semplificato in cui comunque si applica l’Irpef ad aliquota progressiva con tanto di addizionali locali, ma anche l’Irap (se c’è ilrequisito dell’autonoma organizzazione) e l’Iva. Anche se è bene ricordarlo, per la permanenza nel regime è necessario rientrare in soglie predeterminate per ricavi o compensi (nel caso dei professionisti, ad esempio, ammonta a 30mila euro).

Quasi 730mila in totale nel 2015
Per avere una fotografia più completa anche se aggiornata ai tempi di rilascio delle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi, il mondo dei regimi agevolati contava 728.357 adesioni tra minimi e forfettari nell’anno d’imposta 20145 (quello rappresentato nel modello Unico - all’epoca si chiamava ancora così - presentato nel 2016).

Gli effetti di questa grande fuga emergono anche dalla progressiva erosione dei contribuenti che sempre nel 2016 hanno presentato la dichiarazione Iva (-2,6% sull’anno precedente) e Irap (-2,9%).

Le semplificazioni

È chiaro che l’aspetto principale che attrae chi ha i requisiti per entrare nei regimi agevolate sono le imposte ridotte. Ma anche la semplificazione degli adempimenti ha il suo peso: basti pensare, ad esempio, che minimi e forfettari non devono compilare gli studi di settore né inviare lo spesometro, o ancora come è stato ricordato anche da una risposta a Telefisco non sono soggetti allo split payment.

Sempre a Telefisco, poi, è emerso che minimi e forfettari saranno esclusi dall’obbligo di e-fattura tra privati a partire dal 2019. Un’esclusione che però non vale per l’e-fattura verso le Pa. Una semplificazione a metà, dunque. Così come quella per l'e-fattura tra privati, visto che anche se non saranno obbligati ad emetterla dovranno comunque riceverla.

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