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Offese su Facebook, multa a Sassari

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diffamazione via social

Offese su Facebook, multa a Sassari

(Bloomberg)
(Bloomberg)

Le accuse non vere e le parole che denigrano azienda e prodotto scritte su Facebook sono diffamazione. Per questo motivo un uomo di 68 anni di Alghero è stato condannato dal tribunale di Sassari a 800 euro di multa (una provvisionale di 3mila euro), al risarcimento da stabilirsi davanti al giudice civile e al pagamento delle spese della parte civile.

La vicenda risale al settembre 2013 quando l'allora sindaco di Alghero rilanciava sulla sua bacheca di Facebook un servizio del Sole 24 Ore in cui si racconta, tra le altre cose, la storia Domenico Manca, titolare dell'omonima Domenico Manca Spa che produce l'Olio San Giuliano e lo commercializza sia nella grande distribuzione sia nei mercati esteri (Stati Uniti e Giappone).

Da qui le numerose condivisioni e i commenti di apprezzamento soprattutto da parte dei concittadini. Applausi virtuali per l'azienda algherese diventata uno degli esempi di quella che viene definita green economy. Tra i post ne appare uno di tutt'altro tenore. «Nel commento - spiega l'avvocato Sebastiano Chironi che rappresenta la parte offesa - l'autore non si è limitato a esprimere una critica ma ha usato parole pesanti e offensive oltre che false, offendendo e creando un danno all'azienda di Domenico Manca». Da qui l'esposto alla Procura.

La polizia postale riesce a risalire all'autore reale del post giacché la firma utilizzata nel post è risultata essere quella di uno pseudonimo. Quindi il processo con la condanna per diffamazione dell'autore del commento. «Il risarcimento dei danni - argomenta il legale dell'azienda olearia - dovrà essere stabilito in sede civile».

Dall'avvocato Chironi un preciso riferimento anche ai pronunciamenti della Corte di cassazioneche ribadisce il concetto secondo cui «la diffusione di messaggi o conversazioni con le modalità consentite dall'utilizzo di una bacheca Facebook ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone». E poi un invito «alle nuove generazioni, ma anche ai sessantenni» che troppo spesso «commettono l'errore di sottovalutare tutto». Social network compresi.

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