Gli sconti sui pedaggi autostradali per pendolari e motociclisti sono scaduti. E solo per i secondi si profila una proroga, di un anno: i pendolari dovranno rassegnarsi alla tariffa piena, salvo novità che al momento non sono all’orizzonte. Quindi, siamo ancora ben lontani da quelle misure strutturali auspicate dai due governi che avevano introdotto in via provvisoria le agevolazioni ora scadute. E l’unico sconto prorogato è quello che ha avuto l’impatto più limitato.
Niente «regali»
Gli sconti per i pendolari, invece, hanno comportato una maggior perdita di incassi, per cui ricadono in maniera sensibile
su tutti gli altri utenti. Infatti, normalmente gli sconti sui pedaggi sono a costo zero per i gestori autostradali, che hanno
con lo Stato contratti «blindati», convenzioni concessorie che sostanzialmente garantiscono gli incassi, consentendo di recuperare
eventuali sconti. Di solito ciò avviene in parte gravando sulle tariffe per gli utenti non agevolati e in parte con compensazioni
rese possibili da alcune voci previste nelle convenzioni. Dunque, nessun governo può davvero imporre sconti ai gestori. A
meno di disattendere o invalidare le concessioni, cosa difficile e comunque rischiosa anche perché sarebbe vista dagli investitori
come un brutto segnale.
Al più, i governi riescono a concordare limitate eccezioni. Come l’accordo raggiunto tra ministero delle Infrastrutture e
Aiscat (l’associazione dei gestori) all’inizio degli sconti per i pendolari: limitatamente ai primi quattro mesi di applicazione
(febbraio-maggio 2014), furono a carico dei gestori. Parliamo di meno di un decimo dell’onere complessivo: 1,5 milioni sul
totale di 17,9 contabilizzato dalla Svca (la struttura ministeriale di vigilanza sulle concessioni autostradali), da febbraio
2014 a dicembre 2016 (ultimo dato disponibile). Per il 2017, la Svca stimava ulteriori 7,2 milioni. Più basse le cifre per
lo sconto motociclisti. Bilanci ufficiali non ce ne sono, ma per tutto il primo periodo di applicazione (1° agosto-31 dicembre
2017) si parla di appena 200mila euro.
Pendolari
Gli sconti per i pendolari erano stati istituiti nel 2014 per iniziativa dell’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. L’ultima proroga è scaduta il 31 dicembre 2017. Nessun avviso per gli interessati: solo chi ricordava che l’agevolazione
era a termine e chi controlla l’estratto conto del Telepass ha potuto accorgersi che si è tornati alle tariffe normali. I
beneficiari non erano comunque molti, in rapporto al numero di pendolari costretti ad andare in autostrada: le condizioni
per poter fruire dello sconto erano selettive (percorso massimo di 50 chilometri calcolati in modo restrittivo, benefici concessi
solo a chi effettuava in un mese dai 21 ai 46 transiti fra andata e ritorno, entità del ribasso limitata, mai superiore al
20% e calcolata con meccanismo complicato, obbligo di avere il Telepass e di dichiarare esattamente la tratta cui applicare
il ribasso). Ai pendolari che hanno chiesto spiegazioni sulla scomparsa degli sconti, la società Telepass ha risposto di essere
in attesa di comunicazioni da parte del ministero. Che dovrebbe limitarsi a prendere atto della scadenza, anche perché pare
si vogliano eliminare le complicazioni causate ai gestori dalla gestione contabile delle agevolazioni. Si vedrà in futuro
se riproporle.
Motociclisti
Il risparmio tariffario per i motociclisti è stato più consistente di quello che era possibile ai pendolari: 33per cento.
Se questo sconto, istituito quasi un anno fa per iniziativa dell’allora ministro Graziano Delrio, ha avuto un basso impatto sugli incassi dei gestori, ciò si spiega con le modalità dell’iniziativa: avvio quando l’estate
era già avanzata e obbligo di Telepass (poco diffuso tra chi va in moto). Poco rilevante è stata la proroga dal 31 dicembre
2017 al 30 giugno 2018. Stessa sorte è prevedibile per la prossima proroga, che dovrebbe essere formalizzata a breve e durare
un anno.
Troppa rigidità
Se le condizioni di accesso fossero state meno rigide, forse gli sconti avrebbero attirato più utenti. Il conseguente aumento
del traffico avrebbe fatto crescere gli incassi. Non si potrà mai sapere se ciò sarebbe riuscito a compensare i mancati introiti
dovuti proprio allo sconto, evitando quindi di spalmarli sulle tariffe delle altre categorie di utenti. Ma resta il fatto
che l’entità della perdita per i gestori è sempre inferiore al valore delle agevolazioni concesse: almeno qualcuno che prima
utilizzava solo la viabilità ordinaria viene comunque invogliato a prendere l’autostrada, pagando un pedaggio che prima evitava.
Ciò vale soprattutto per gli sconti moto: il traffico motociclistico in autostrada è sempre piuttosto contenuto (in inverno
è addirittura rarefatto). Ci sarebbero anche modalità per stimolarlo, per esempio sostituendo all’obbligo di Telepass una
tessera a scalare, acquistabile quando serve. Solo che si presterebbe ad abusi (utilizzo anche con veicoli diversi dalle moto),
per cui dovrebbe essere utilizzabile ai caselli solo pagando sulle piste presidiate da un esattore, che può controllare.
Il problema è che i gestori tendono a eliminare, quando possibile, il presidio ai caselli.
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