Proprio sul filo di lana arriva la soluzione alla questione della doppia rata per i versamennti d’imposta in scadenza il 20 agosto per i contribuenti con partita Iva. Il Dpcm firmato il 10 agosto dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’Economia Giovanni Tria - pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 188 del 14 agosto (clicca qui per consultare il testo del decreto) - consente una diversa modulazione dei pagamenti. In pratica, si potrà optare per spalmare i versamenti con la maggiorazione dello 0,40% su quattro rate mensili di pari importo in scadenza il 20 agosto, il 17 settembre, il 16 ottobre e il 16 novembre.
È, quindi, una facoltà, in base alla quale si potrà decidere se mantenere il piano di versamenti con la doppia rata in scadenza il 20 agosto o rideterminare tutti gli importi, ma calibrandoli su quattro scadenze.
Obiettivo complessivo: 11,2 miliardi
Nel complesso, l’operazione dovrà garantire comunque la stessa cifra: 11,2 miliardi in autotassazione da parte dei contribuenti
con partita Iva tra Irpef o Ires, Irap e Iva risultante dalla dichiarazione annuale. Con le stime effettuate dai tecnici dell’Economia
e che hanno ottenuto il via libera della Ragioneria generale dello Stato , l’ipotesi è che con la rimodulazione arriverebbero
minori entrate per circa 1,7 miliardi nel mese di agosto. Compensate però da un maggior gettito delle rate da settembre a
novembre di circa 560 milioni in più per ciascuna delle tre tranche.
Il pressing del Parlamento
A sollecitare un intervento sulla doppia rata di agosto - dopo che il problema nei mesi scorsi era stato ampiamente sollevato dal Sole 24 Ore e dal Quotidiano del Fisco -, erano state le commissioni Finanze del Senato e della Camera, rispettivamente con una risoluzione e un question time. E proprio in risposta a quest’ultimo il Governo aveva manifestato l’intenzione di intervenire «a regime e nel rispetto dei vincoli di gettito», per «una diversa modulazione della rateazione del versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni, in presenza delle segnalate criticità relative al calendario delle scadenze fiscali».
Le difficoltà per il ricalcolo
Al momento si è provveduto con una soluzione-tampone in vista della scadenza del 20 agosto. Il problema è, però, che i tempi sono strettissimi. E, come aveva già denunciato il direttore generale di AssoSoftware Roberto Bellini, una modifica a pochi giorni dalla scadenza effettuata nel periodo delle ferie renderebbe impossibile per le software house intervenire sui programmi che generano i versamenti e conseguentemente per aziende e consulenti applicarla. Così come non ci sarebbe per gli intermediari, considerato il periodo estivo e di ferie, più il tempo per richiamare, aggiornare e ricontrollare le deleghe di pagamento (F24) già inviate alle banche, come ha evidenziato ai suoi associati la Cna.
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