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verso la manovra

Accertamenti, liti e cartelle: ecco come sarà la «pace fiscale»

Una pace fiscale a quattro vie per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di rimettersi in gioco e in regola con il fisco. Il piano messo a punto dalla Lega e consegnato al ministro dell’Economia Tria tra i dossier della manovra prevede un intervento ampio che, oltre alle cartelle esattoriali, abbracci anche la fase ante-accertamento, quella delle “liti potenziali” e infine il contenzioso tributario in tutti e tre i gradi di giudizio. Per la manovra si lavora anche a un piano Sud. Tra le ipotesi, l’innalzamento dell’età per accedere al bonus “resto al sud”, al fine di promuovere la nascita di nuove attività imprenditoriali che oggi interessa la fascia d’età tra 18 e 34 anni.

La pace fiscale
In linea con le indicazioni del ministro Tria alle Camere, la pace fiscale presentata dalla Lega non sarà un condono ma uno strumento che, utilizzando gli stessi meccanismi deflattivi oggi esistenti, possa rilanciare il rapporto tra Fisco e contribuenti. Sul gettito potenziale che potranno assicurare le quattro strade della pace fiscale le stime sono ancora in corso e variano a seconda dei dettagli tecnici e delle differenti formule a cui i contribuenti vorranno aderire. Nei giorni scorsi si è parlato di un gettito potenziale di 3,5 miliardi, ma che allo stato non terrebbe conto, a esempio, della nuova edizione della rottamazione delle cartelle su cui ogni decisione è rinviata in attesa della chiusura dell’attuale definizione agevolata (l’ultima rata della rottamazione-bis scade il 28 febbraio 2019). L’operazione pace fiscale, dunque, partirà solo dal 2019 con manovra e decreto fiscale collegato. Il primo step riguarderebbe il “pre-accertamento”, ossia quando il contribuente sa che può aver sbagliato l’adempimento o sa di aver evaso e decide di mettersi in regola. Per farlo potrà versare il 15% (pari all'aliquota della Flat tax) sulla parte incrementale delle imposte dirette dovute, nonché l’Iva. Quest’ultima, infatti, dovrà essere sempre pagata in quanto l'Europa, come già accaduto in passato, potrebbe condannare l’Italia per il mancato incasso di un’imposta comune. Lo strumento per regolarizzare la posizione è quello del ravvedimento operoso, che di fatto lascia aperta agli uffici finanziari la strada a un possibile accertamento nel caso in cui la posizione del contribuente sia più “pesante”.

La seconda fase della pace fiscale coinvolgerebbe le cosiddette “liti potenziali”, dai processi verbali di constatazione emessi dalle Fiamme Gialle agli avvisi di accertamento. In questo caso il contribuente si vedrebbe riconoscere la cancellazione di sanzioni e interessi. Per chiudere la sua posizione scatterebbe l’accertamento con adesione e in contraddittorio si potrà chiudere la querelle.

Il contenzioso
Più articolata la fase dedicata al contenzioso. La Lega, prevede una riedizione - rivista e corretta - della rottamazione delle liti tributarie. In tutti e tre i gradi di giudizio, che si vinca o si perda, la costante è che chi aderisce non verserà sanzioni e interessi. In aggiunta ed Europa permettendo, soprattutto per rendere questa volta appetibile la procedura, si punta a modulare uno sconto forfettario delle somme dovute tenendo conto anche della pronuncia del giudice. In primo grado se il contribuente ha vinto e vuole evitare l’appello potrà chiudere con il 50% della pretesa erariale. Lo sconto aumenterà nei due gradi successivi anche fino all’80%: se il contribuente vince anche in Commissione regionale e aspetta la Cassazione sarà sufficiente versare solo il 20% di quanto chiesto dal Fisco. C’è poi anche il caso di chi perde in contenzioso o si vede dar ragione solo in parte. In questo caso non si verseranno sanzioni e interessi e le somme dovute saranno oggetto di conciliazione tra le parti.

Il Sud
Nel piano Sud oltre ai giovani si pensa anche alla conferma dell’attuale decontribuzione totale per le imprese che assumono disoccupati nel Mezzogiorno, o giovani tra i 16 e i 34 anni, o da 35 anni privi di un impiego da oltre 6 mesi, in scadenza a fine anno. La misura è coperta da finanziamenti europei (Pon, Fse) assegnati con delibera dell’Anpal. In manovra potrebbe essere inserita una “norma bandiera” - come fece il passato Esecutivo - sulla reiterazione del bonus per il 2019, nel limite della disponibilità delle risorse europee della programmazione 2014-2020. In alternativa il Governo potrebbe rendere permanente l’incentivo, ma occorrono non meno di 500milioni l’anno.

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