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Rottamazione al rush finale con l’incognita pace fiscale

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VERSO IL DECRETO DI FINE MESE

Rottamazione al rush finale con l’incognita pace fiscale

Parte la volata finale per la rottamazione delle cartelle. Il 1° ottobre si concentrano, infatti, tre scadenze: quella della quinta e ultima rata della prima definizione agevolata; la seconda rata della rottamazione-bis per i carichi affidati alla riscossione da gennaio a settembre 2017; quella entro cui agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà comunicare ai “rispescati” della prima rottamazione e ai nuovi rottamatori (i contribuenti che hanno presentato la domanda entro il 15 maggio) per i carichi 2000-2016 quale sarà l’importo da pagare nelle rate in scadenza il 31 ottobre, 30 novembre e poi il 28 febbraio 2019.

Un ingorgo di date su cui però aleggia la grande incognita della pace fiscale. Il progetto di sanatoria ad ampio raggio che Governo e maggioranza si avviano a varare e che potrebbe, definiti tutti i dettagli, salire anche già sul primo treno utile del decreto fiscale di fine mese annunciato dal vicepremier Luigi Di Maio.

Cosa conviene di più

È proprio la convenienza tra le due procedure a poter far venire qualche dubbio a chi ha aderito soprattutto alla rottamazione-bis (visto che per la prima ormai manca solo una rata ed è già stato superato il traguardo dei 7,2 miliardi complessivi di gettito atteso) e a chiedersi se magari non convenga aspettare. Solo che saltare il pagamento potrebbe risultare molto rischioso. Non c’è, infatti, alcuna certezza che poi la pace fiscale offra una seconda chance a chi è sceso dal treno della rottamazione-bis.

GUARDA IL VIDEO: Cosa prevede il progetto sulla pace fiscale

Anzi finora anche dal mondo politico è stato lanciato il messaggio che la pace fiscale è un’operazione tutta nuova che partirà dal 2019 e che quindi dovrebbe essere scollegata dalle ultime rottamazioni (che va ricordato consentono di chiudere i conti evitando di pagare sanzioni e interessi per i debiti tributari ma senza intaccare l’imposta dovuta) dell’ultima legislatura.

A tal proposito bisogna anche ricordare che complessivamente (quindi tra 2018 e 2019) la rottamazione-bis deve portare nelle casse dello Stato oltre 2 miliardi di euro.

La grande incognita e i rischi

Senza quindi un’espressa presa di posizione sul recupero della rottamazione, si rischia di rimanere fuori due volte: dalla rottamazione stessa e poi dalla pace fiscale. Ecco perché saltare la rata del 1° ottobre (e poi quelle successive) al momento potrebbe non essere un rischio calcolato e non pagare.

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