Un decreto ad hoc per la pace fiscale. Per introdurre il “saldo e stralcio” dei debiti con il fisco il governo starebbe valutando l’opportunità di varare un provvedimento dedicato, da collegare alla manovra di bilancio. La scelta sarebbe dettata, tra l’altro, dalla volontà di mettere a punto una legge di bilancio snella, così come indicano le nuove norme, e di affiancarla a vari ddl collegati “per materia”. Anche il reddito di cittadinanza potrebbe quindi viaggiare in autonomia, ferma restando la copertura da indicare in manovra. Il testo della pace fiscale si affiancherebbe al decreto fiscale in preparazione.
Nel decreto legge di fine settembre nel quale vanno a confluire alcune misure di natura fiscale che in un primo momento si pensava rietrassero nella manovra ci sarà il carcere per chi evade. Lo ha annunciato il vicepremier Luigi Di Maio. Rispondendo su Instagram a una domanda sul rischio che i lavoratori in nero possano prendere il reddito di cittadinanza che il M5S vuole inserire nella prossima manovra, il leader pentastellato ha spiegato che «le sanzioni per chi dichiara il falso sono pesantissime. Non ci sarà nessuna pietà per chi cerca di fregare lo Stato e gli altri cittadini. In ogni caso, i furbi non vanno premiati e infatti a fine settembre nel decreto fiscale verrà previsto il carcere per chi evade».
Sono queste ore decisive per definire le misure che entreranno nella manovra, la prima del governo M5s-Lega. Si è tenuto questa mattina a Palazzo Chigi un vertice. All’incontro hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Giovanni Tria, Paolo Savona e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Un nuovo incontro è iniziato in serata. Al tavolo, oltre al premier Giuseppe Conte, i ministri Tria e Savona. Presenti il sottosegretario alla presidenza Giancarlo
Giorgetti e i viceministri al Mef Massimo Garavaglia e Laura Castelli. Assenti perché impegnati altrove i vicepremier Matteo
Salvini e Luigi Di Maio. Prima di partecipare al nuovo vertice sulla manovra, a quanto si apprende, il presidente del Consiglio, Giuseppe
Conte, a quanto si apprende, ha incontrato il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco. Entro questa settimana il governo dovrà varare la nota di aggiornamento al Def che prelude alla legge di bilancio.
L’attenzione sul governo giallo verde, e sulle scelte che farà sotto il profilo dei conti pubblici, è alta. «Occorre aspettare i fatti, in particolare la presentazione della legge di bilancio e la discussione parlamentare, entrambi importanti e delicati», ha risposto il presidente della BceMario Draghi a chi gli chiedeva dell’Italia all’Europarlamento, ricordando quanto già detto all'ultima conferenza stampa. «Non voglio entrare in discussioni che sono a livello del singolo Paese», ha aggiunto, ma gli aumenti dei tassi per imprese e famiglie è qualcosa che «è successo solo in Italia e non altrove nell’eurozona».
Anche se il progetto di legge di bilancio dell’Italia non è all’ordine del giorno (dovrebbe esserlo il prossimo novembre), nel corso della riunione dell’Eurogruppo lunedì prossimo, 1 ottobre, a Lussemburgo potrebbe essere discusso “a margine”. Lo ha indicato un alto funzionario Ue coinvolto nella preparazione delle riunioni dei ministri finanziari. «Il governo italiano presenterà la prima bozza questa settimana, qualche informazione arriverà da lì, ma non è in agenda. Di solito discutiamo queste cose quando il documento programmatico di bilancio viene inviato a Bruxelles, però non si può escludere che qualche colloquio a margine ci sia». L’argomento, infatti, «in genere solleva molto rumore».
Sono dunque ore decisive. «Prima del Consiglio dei ministri ci siamo riuniti per la manovra economica: un ulteriore passaggio di quanto stiamo facendo», ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione della conferenza stampa al termine del Cdm che ha dato il via libera al pacchetto sicurezza. Un lavoro «sui dettagli e la messa a punto, continueremo ancora nel pomeriggio», ha aggiunto. «Saremo lì a curare tutti i dettagli fino all’ultimo, fino alla presentazione» della nota di aggiornamento al Def. «Sulla manovra - ha concluso - ci sono sempre progressi, mi hanno chiesto se c’è la fumata bianca...È tutta una fumata bianca che esce dal mio ufficio...». «Sulla manovra si è arrivati a un punto importante e sono stati fatti passi in avanti decisivi», hanno segnalato fonti di governo, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi.
Su Instagram il vicepremier e leader politico dei Cinque Stelle Di Maio ha annunciato che nella legge di Bilancio «ci sarà
la pensione di cittadinanza con le minime che saliranno a 780 euro. E il reddito di cittadinanza sarà esteso ai cosiddetti “working poors”, cioè coloro che pur lavorando restano al di sotto
della soglia di povertà. Sarà eliminato - ha continuato il ministro dello Sviluppo economico e del Welfare - il privilegio
delle pensioni d’oro senza aver versato i contributi e previste “sanzioni pesantissime” per chi dichiara il falso sul reddito
di cittadinanza. Saranno previsti rimborsi per i risparmiatori frodati dalle banche». Di Maio ha assicurato che non ci saranno tagli ai servizi sanitari: «Neppure un taglietto», ha scritto. «Dobbiamo eliminare i dirigenti politicizzati, eliminare gli sprechi e fare nuove assunzioni».
E ha aggiunto: «Manterremo le promesse a manterremo i conti in ordine. Possiamo andare fin dove dobbiamo
finanziare misure».
Quanto al rischio di mettere a repentaglio la stabilità dei conti pubblici inserendo in manovra misure che M5s considera strategiche, prima fra tutte il reddito di cittadinanza, il vicepremier ha fatto riferimento al caso francese. «La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8% - ha scritto su twitter -. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia».
Intanto il presidente dell’InpsTito Boeri ha lanciato l’allarme. Il condono previdenziale ipotizzato nella manovra, ha sottolineato, «è pericolosissimo, un’operazione suicida. Rischia di vanificare i risultati raggiunti finora e diffusi oggi che sono invece incoraggianti - ha continuato - darebbe la possibilità a chi non ha versato i contributi di sanare la situazione in modo agevolato. Indebolirebbe la compagna di contrasto all’evasione e farebbe aumentare le prestazioni perchè si matura il diritto ad andare in pensione prima e con importi più elevati. Aumenta la spesa e indebolisce le entrate».
Dal punto di vista delle imprese, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha espresso l’auspicio che il governo «possa avere un’attenzione alla crescita. Inoltre auspichiamo di non esagerare con il ricorso al deficit perché significa più debito pubblico per il Paese». Lo ha detto, parlando a margine dell’inaugurazione del Cersaie a Bologna. Il presidente dell’associazione datoriale ha messo in evidenza che «le parole dei ministri Savona e Tria, di stare cioè nelle regole del gioco e a saldi quasi invariati senza fare ricorso al deficit, sono elementi che mettono in tranquillità il Paese. Il Paese non può elevare il suo debito pubblico, deve elevare la sua crescita: è una cosa un po’ diversa». Boccia ha commentato, dal punto di vista del pacchetto fiscale che potrebbe entrare nella legge di Bilancio, l’ipotesi di una Ires al 15% per le imprese: «occorre un intervento organico di politica economica - ha sottolineato -. Lo abbiamo chiesto da tempo e sappiamo però che per farlo occorre un piano di medio termine non si fa in un attimo. Siamo responsabili, comprendiamo che abbiamo un debito pubblico rilevante e in questa logica vorremmo confrontarci con il governo in carica».
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