La dichiarazione precompilata ha fatto passi avanti e quest’anno i modelli 730 e Redditi Pf inviati dai contribuenti con il fai-da-te sono arrivati a quota 2,9 milioni: di fatto, il 18,5% in più rispetto al 2017 e praticamente il doppio degli 1,4 milioni di modelli trasmessi nel 2015, anno di debutto sperimentale della precompilata.
La nuova funzionalità di compilazione assistita ha inoltre consentito di inserire in modo più facile e veloce gli eventuali dati mancanti del quadro E, cioè relativi agli oneri che danno diritto a detrazioni d’imposta o deduzioni dal reddito. Dati che riguardano, ad esempio, spese sanitarie, interessi sui mutui per l’abitazione principale, contributi per colf e badanti, bonus sui lavori di ristrutturazione o risparmio energetico. E in cui si annidano le maggiori esigenze di correzione rispetto a quanto precaricato dal Fisco, insieme alle informazioni dei quadri A (terreni) e B (fabbricati).
Scontrini e redditi dimenticati
Secondo le Entrate, quest’anno 529mila modelli 730 sono stati inviati al Fisco senza che il contribuente li modificasse (il 50% in più che nel 2017).
L’errore, però, è sempre in agguato. Anche quando ci si rivolge a un intermediario. Si pensi a una ricevuta dimenticata nel cassetto, che dà diritto a un maggior credito a rimborso, come una visita medica detraibile al 19 per cento. O a un reddito “tralasciato”, che invece comporta un maggior debito, come nel caso di un contratto a termine di poche settimane o una collaborazione occasionale non intercettata dalla precompilata.
Le situazioni possono essere le più diverse; così come diverse sono le procedure per rimediare agli errori, a seconda delle modifiche da apportare, dei tempi entro cui avviene la regolarizzazione e del fatto che la rettifica sia a favore o meno del contribuente.
Punto di partenza di ogni processo di correzione (o di compliance, se il Fisco ha già lanciato un «alert» con la lettera di anomalia) è la dichiarazione integrativa.
Il calendario delle modifiche
I contribuenti che hanno trasmesso il 730/2018 (e che si sono accorti di qualche sbaglio) sono ora chiamati all’appello dal calendario, che offre la chance di riparare alle sviste senza far precipitare la posizione fiscale. Le date chiave sono due:
- entro il25 ottobre si può presentare agli intermediari il 730 integrativo a favore. Attenzione, quindi: è una via percorribile solo rivolgendosi a Caf e professionisti, anche se il modello da correggere è stato inviato con il fai-da-te, e solo se dalla rettifica esce un minor debito d’imposta o un maggior credito o un’imposta invariata;
- entro il31 ottobre, invece, si può inviare il modello Redditi Pf 2018. Nota bene: questa è la scadenza “base” per la dichiarazione dei redditi se non si è scelto il 730, ma anche la scadenza per inviare un modello Redditi Pf correttivo del 730 già inviato, quando dalla rettifica emerge un maggior debito d’imposta (modifica a sfavore del contribuente).
L’opzione ravvedimento operoso
E se si mancano entrambe queste date? A quel punto bisognerà procedere con un modello Redditi Pf integrativo. Nel caso di correzioni a sfavore, il contribuente dovrà effettuare il ravvedimento operoso, versando sanzioni tanto più ridotte quanto più tempestiva sarà la correzione. Nel caso di correzioni a favore, maturerà un credito d’imposta che potrà essere subito usato in compensazione o chiesto a rimborso solo se si interviene entro il termine di invio della dichiarazione dell’anno successivo (quindi fine ottobre 2019).
© Riproduzione riservata