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Giandomenico Caiazza, nuovo presidente dell’Unione camere penali

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IL CONGRESSO UCPI DI SORRENTO

Giandomenico Caiazza, nuovo presidente dell’Unione camere penali

Giandomenico Caiazza 62 anni di Salerno è il nuovo presidente dell'Unione camere penali. Una leadership conquistata con una vittoria di misura, 27 voti di scarto, su Renato Borzone. La partita della presidenza ,in un congresso molto partecipato, si è chiusa con 150 voti per il candidato romano e 177 per il campano. Ma Giandomenico Caiazza punta all'unità, particolarmente importante, in un momento storico che definisce cruciale. Punti centrali nel programma del neo leader: la stesura di un manifesto per la giurisdizione nel quale si recuperi, in tempo di populismo, un'idea liberale della giustizia e la separazione delle carriere, con la creazione di un intergruppo parlamentare. «Chiederemo un incontro con i rappresentanti della commissione giustizia della Camera per capire quale può essere il miglior percorso della legge di iniziativa popolare».
Proposta - ricorda Caiazza- firmata a suo tempo dall'attuale ministro dell'interno Matteo Salvini. Una giunta, quella di Giandomenico Caiazza, che si impegnerà con tutta l'energia che il momento storico richiede nella difesa dei diritti e delle garanzie degli ultimi. Ovviamente non può mancare un dialogo con la politica. E Caiazza non dispera di poter recuperare anche il rapporto con il ministro Alfonso Bonafede malgrado lo “strappo” che l'assenza del guardasigilli al 17 esimo congresso dei penalisti ha prodotto.

«È la prima volta che un ministro della giustizia diserta un congresso di questa importanza. Ed è un atto grave». Ma c'è l'impegno a ricucire. «Farò comunque di tutto- dice Caiazza- per recuperare il dialogo. Non si può surrogare il rapporto con l'avvocatura incontrando le associazioni. Né è pensabile fare a meno dei penalisti che raccolgono 136 camere penali da Trento a Trapani. Numeri che nessuna associazione, nessun partito, nessun sindacato può vantare».

L’invito di Minisci (Anm): andare oltre gli slogan
Il secondo giorno del congresso dal titolo indicativo «Il buio oltre la siepe. La difesa delle garanzie nell’epoca dei populismi» è stato dedicato ad un confronto interno sui temi caldi della giustizia penale. Nella giornata di venerdì 19 ottobre il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) Francesco Minisci, intervenuto alla tre giorni sorrentina, ha invitato tutti ad abbandonare gli slogan per parlare di diritto. Come avvocati e magistrati sanno e devono fare.

La selezione dei componenti del Csm

Il numero uno delle toghe interviene sulla legittima difesa per ricordare che esiste già una regolamentazione e una tutela rafforzata sul domicilio. Minisci non manca di esprimersi anche sul criterio del sorteggio nella selezione dei componenti del Csm. Ipotesi che bolla come incostituzionale.Per Minisci «è una strada che non si percorre neppure per eleggere i rappresentanti di classe nella scuola».

Guarda il video: Difesa sempre legittima e pene più severe, il Ddl Romeo in pillole

Sul punto è in linea anche Michele Cerabona un penalista “puro” ,eletto tra i membri laici del Csm, che a Sorrento gioca in casa. Cerabona, che tra i suoi clienti più noti ha avuto Silvio Berlusconi difeso sul caso Saccà e poi per la vicenda della compravendita dei senatori, prende le distanze dal criterio del sorteggio e ammette di percepire, come tutti, il clima di tensione sulle riforme in tema di giustizia penale. «Sono comunque argomenti sui quali l’organo di autogoverno dei giudici esprimerà il suo parere nell’esercizio delle sue prerogative, ad iniziare dagli interventi sulla legittima difesa».

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