Niente più schedatura preventiva antiterrorismo per chi usa il car sharing: la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento al decreto sicurezza (Dl 113/2018) che esclude questo servizio di condivisione dalle attività di noleggio autoveicoli soggette all’obbligo di comunicare «con congruo anticipo» alle forze di polizia i dati riportati nei documenti d’identità dei clienti, imposto dall’articolo 17 della norma.
Nel caso del car sharing, la schedatura preventiva avrebbe avuto poco senso: per poter fruire del servizio, i clienti devono comunque essere già registrati sul portale del gestore. Inoltre, comunicare l’abbinamento tra il cliente e le vetture da lui utilizzate ogniqualvolta egli si sposta col car sharing crea difficoltà pratiche: normalmente, la ricerca dell’auto libera più vicina e la sua prenotazione avvengono tramite una app dedicata nel giro di pochi secondi e senza alcun anticipo rispetto all’orario di partenza.
Dunque, se si dovesse inviare la comunicazione per ogni singolo noleggio, i tempi delle operazioni svolte con la app potrebbero allungarsi. In qualche caso, si rischia pure che la procedura si blocchi.
Come rovescio della medaglia, l’esclusione del car sharing dalla schedatura preventiva comporterà per le forze di polizia la necessità di selezionare gli eventuali clienti sospetti già al momento della loro registrazione al portale del gestore. Inoltre, bisognerà studiare un modo per far scattare l’eventuale allerta rapidamente, in quei pochi secondi o minuti che normalmente passano tra la prenotazione e l’inizio del viaggio.
Ci sono buone probabilità che l’esclusione del car sharing dall’obbligo di schedatura preventiva passi tutti i prossimi vagli parlamentari, fino a restare anche nella versione del decreto sicurezza che diventerà legge. Infatti, l’emendamento - presentato da un senatore dell’opposizione, il Pd Vincenzo D’Arienzo - ha ricevuto parere favorevole dal relatore del testo del decreto, il leghista Stefano Borghesi. Segno che probabilmente sulla questione c’è accordo politico.
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