Al termine di una maratona di audizioni sul decreto fiscale, è la Corte dei conti a lanciare un doppio allarme sulle nove sanatorie: i rischi riguardano sia la possibile copertura sulle frodi con fatture false sia una “fuga” dei contribuenti dopo il pagamento della prima rata. Non solo allarmi, però.
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Nel suo intervento davanti ai senatori della commissione Finanze, il direttore dell’agenzia delle Entrate, Antonino Maggiore, ha sottolineato che la dichiarazione integrativa speciale «può anche avere successo, perché è un ravvedimento operoso più conveniente» ma «l’appeal della misura» risente dei paletti che sono stati fissati dal Dl 119/2018. E sempre Maggiore ha evidenziato che, per la cancellazione automatica dei carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2010, l’importo di mille euro sarà considerato per singolo debito.
Dal canto suo, il direttore generale del dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, ha ricordato che con l’obbligo dell’e-fattura dal 2019 (su cui intervengono diverse norme del decreto fiscale) ci sarà «una drastica riduzione dell’evasione da omessa dichiarazione» e si prevede «un recupero di gettito Iva pari ad almeno 1,97 miliardi di euro». Mentre Maurizio Leo in audizione ha proposto alcuni correttivi. Tra questi, l’inibizione per le Entrate di emettere avvisi di accertamento in relazione ai Pvc potenzialmente definibili e la possibilità di prorogare i termini di decadenza dall’azione di accertamento per il 2013 fino a settembre 2019. Mentre per consentire all’Agenzia di funzionare in attesa della riorganizzazione Leo ha auspicato la proroga delle attuali Pos e Pot.
A far rumore, però, sono soprattutto le sottolineature della Corte dei conti. Il presidente Angelo Buscema ha messo in evidenza come la formulazione del comma 9 sulla dichiarazione integrativa speciale «fa ritenere non punibili, nei limiti dell’integrazione degli imponibili concretamente effettuata e in assenza di ulteriori profili di responsabilità penale, gli eventuali reati commessi riconducibili a dichiarazione fraudolenta» con fatture false o altri artifici. Buscema ha osservato anche le «difficoltà di applicazione» della norma in assenza «di un meccanismo di disclosure». Inoltre Buscema ha messo in guardia dal rischio che i contribuenti paghino la sola prima rata per usufruire dei benefici delle varie modalità di “pace fiscale” e poi smettano di pagare, come già accaduto col condono tombale del 2002, quando si registrò «la mancata riscossione di ingenti importi dovuti a titolo di pagamento rateale».
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Tra le precisazioni emerse anche a margine delle audizioni, va segnalata quella sulle microcartelle. I tecnici delle Entrate hanno spiegato, infatti, che la cancellazione automatica contenuta nel decreto fiscale per i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2010 potrà riguardare anche cartelle che complessivamente superano i mille euro. E questo perché nella stessa cartella potrebbero esserci singole posizioni di debito la cui somma oltrepassa il tetto previsto per lo stralcio in automatico da effettuare entro fine anno. Nel complesso lo stralcio automatico riguarderà 12 milioni di posizioni e alleggerirà la pressione sull’attività dell’Agenzia per ruoli che andrebbero in prescrizione. Ed entro il 13 novembre arriveranno i modelli per aderire alla rottamazione-ter.
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