Dalla decisione di “spedire” le due bandiere di M5s e Lega, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero attraverso il meccanismo della «quota 100», in due disegni di legge collegati alla manovra - nel testo finale della Ddl Bilancio trasmesso alla Camera con 15 giorni di ritardo sulla tabella di marcia ci sono solo i fondi, 16 miliardi nel 2019 -, alla possibilità, che si evince tra le righe della norma, di far confluire le risorse che eventualmente saranno risparmiate nell’applicazione delle due misure al contenimento del deficit, nel caso in cui lo spread raggiungesse livelli di guardia. Sono le carte che, a una prima analisi, il Governo sembra mettere sul tavolo per convincere l’Ue a non dare il via alla procedura d’infrazione.
Modalità e criteri di reddito di cittadinanza e quota 100 confluiti in due Ddl
Le regole su reddito di cittadinanza e quota 100 saranno definite da due provvedimenti ad hoc. Si tratta di disegni di legge
collegati a quello di Bilancio che dovranno rispettare i tetti di spesa fissati dalla manovra. Tempi più lunghi per l’attuazione
di queste soluzioni, dunque: il collegato non ha un’andatura molto rapida, i suoi tempi non sono collegati a quelli della
sessione di bilancio. Una soluzione che viene letta come una prima apertura a Bruxelles. Già la Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento
al Def, il Documento di economia e di finanza, aveva previsto che uno dei dodici disegni di legge collegati alla manovra di
bilancio 2019-2021 recasse «l’introduzione del reddito di cittadinanza e la riforma dei centri per l’impiego». Nella Nadef
non era invece previsto un collegato su pensioni e “quota 100”.
Il nodo della redistribuzione dei risparmi rispetto agli stanziamenti
La norma del DDl bilancio (articolo 21, comma 3) inviato alla Camera prevede che le eventuali economie rispetto agli stanziamenti
possano essere redistribuite fra i due fondi, quello per il reddito di cittadinanza e quello per le pensioni. Il fatto che
la norma utilizzi una formula “aperta” («qualora siano accertate, rispetto agli oneri previsti - si legge nel testo - eventuali
economie per alcune misure e maggiori oneri per le altre, entrambe aventi anche carattere pluriennale, possono essere effettuate
variazioni compensative tra gli stanziamenti interessati per allineare il bilancio dello Stato agli effettivi livelli di spesa»)
potrebbe non escludere la possibilità che questi risparmi vengano utilizzati anche per altre finalità. Una di queste potrebbe
essere il contenimento del deficit, nel caso di una corsa dello spread. Ad oggi Bankitalia stima cinque miliardi d’interessi
in più da pagare nel 2019 come effetto dell’impennata del differenziale.
La posizione dell’esecutivo per evitare lo stop di Bruxelles
Resta da capire se queste due soluzioni basteranno a evitare lo stop Ue. La replica dell’esecutivo giallo verde ai rilievi
dell’Ue sulla manovra dovrebbe arrivare a inizio settimana prossima. Non dovrebbero esserci stravolgimenti, ma la possibile
assicurazione di un contenimento del deficit anche con uno slittamento di riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza
a maggio 2019.
Il 21 novembre la Commissione potrebbe avviare la procedura di infrazione
Allo stato attuale, le date da segnare in calendario sono due. Il 13 novembre è il termine ultimo per il Governo Conte per
presentare a Bruxelles una nuova bozza della legge di bilancio e anche la relazione con i “fattori rilevanti” che, secondo
l’Italia, giustificano lo scostamento dagli obiettivi. La seconda data è il 21 novembre: potrebbe essere “il giorno del giudizio”.
La Commissione pubblicherà il parere definitivo sulla legge di bilancio e già in quella occasione potrebbe avviare la procedura
di infrazione.
Le stime di crescita del Governo e l’allarme crescita dell’Istat
Il ministro Tria sostiene, come già nei giorni scorsi fonti di via XX Settembre e di Palazzo Chigi, che il deficit alla fine
sarà più basso del previsto (non il 2,4% ma il 2% secondo alcune stime), anche perché il 2,4% è stato calcolato su una crescita
“tendenziale” allo 0,9% e non su quella stimata dal governo come effetto della manovra, all’1,5%. Anche se gli ultimi dati
Istat fotografano un Paese che dopo tre anni smette di crescere e rendono più difficile, secondo gli analisti, immaginare
di centrare gli obiettivi di finanza pubblica delineati dall’esecutivo.
La lettera di Mattarella a Conte: dialogare con Ue
Nella lettera inviata dal presidente della Repubblica al premier Conte in occasione dell’autorizzazione della presentazione
alla Camera della legge di bilancio, Mattarella ha sollecitato l’avvio di un dialogo costruttivo con l’Ue, anche sulla base
delle valutazioni sulla manovra giunte dall’ Ufficio parlamentare di bilancio, e delle osservazioni e richieste della Commissione
Ue. «L’interlocuzione tra il Governo italiano e la Commissione europea - ha sottolineato una nota di Palazzo Chigi - avviene
nel contesto di un dialogo proficuo e costante».
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