L’alternanza scuola-lavoro e gli stage, svolti durante gli studi o nel periodo successivo al diploma, esercitano un effetto positivo in termini occupazionali: chi ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non lo ha fatto, ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare; la probabilità è pari al 70,9% in più se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il conseguimento del diploma. È quanto riporta il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e presentato oggi a Firenze. La stragrande maggioranza dei diplomati, il 66,8%, prosegue la propria formazione ed è iscritto ad un corso di laurea (il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio).
A un anno dal conseguimento del titolo di scuola superiore, escludendo quanti sono impegnati in attività formative retribuite, risulta occupato il 35,5% dei diplomati del 2017: il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro e il 15,7% ha scelto di frequentare l’università lavorando. La percentuale di occupati è più elevata per diplomati professionali (52%) e tecnici (43,8%), mentre tocca il minimo tra i liceali (26,8%).
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A tre anni dal titolo è occupato il 45% dei diplomati: il 24,6% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 20,4% è impegnato
sia nello studio che nel lavoro. Tra i diplomati del 2015, la quota di occupati è più elevata della media per i diplomati
professionali (67%) e tecnici (57,4%), mentre tocca il minimo tra i liceali (34,6%).
I diplomati che lavorano a tempo pieno (senza essere contemporaneamente impegnati nello studio universitario) guadagnano
in media, a un anno dal diploma, 1.114 euro mensili netti. A tre anni dal conseguimento del titolo la retribuzione mensile
netta dei diplomati è pari in media a 1.216 euro.
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