Anche se nella maggior parte dei casi sono contenti del proprio percorso di studi, c’è ancora una buona fetta di diplomati italiani che dichiara di aver sbagliato scuola. Potendo tornare indietro, infatti, il 34% dei ragazzi frequenterebbe un indirizzo di studi diverso e il 12% ripeterebbe lo stesso corso, ma in una scuola diversa. Lo dicono i dati dell’indagine Almadiploma condotta su oltre 46mila diplomati del luglio 2018 di 292 istituti scolastici italiani.
Dati che, se da un lato certificano un certo “disorientamento”, dall’altro fanno notare come il 32,9% dei giovani ha viaggiato all’estero per motivi di studio. Un’esperienza importante non solo per migliorare le competenze linguistiche, ma anche un’occasione di crescita personale, che certamente rappresenta un valore aggiunto per compiere scelte più consapevoli.
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Studenti “pentiti”
Secondo il rapporto Almadiploma, la percentuale di diplomati del 2018 che sceglierebbe un altro corso di studi o addirittura un’altra scuola è più elevata negli istituti professionali (50,7%), seguiti dai tecnici (46,2%) e dai licei
(44,9%).
Ma quali sono i motivi di questo “pentimento”? I dati dicono che il 41% dei ragazzi vorrebbe studiare materie diverse, mentre il 18,5% cambierebbe strada per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro (percentuale, quest’ultima, che sale fino al 27,2% tra gli iscritti agli istituti professionali). Un altro 18,1% avrebbe optato per un indirizzo più adatto in vista degli studi universitari. In ogni caso, secondo l’indagine, il 79,1% dei diplomati 2018 è «piuttosto soddisfatto della propria esperienza scolastica». Una soddisfazione che deriva soprattutto dalla preparazione degli insegnanti: il 78,5% dei diplomati apprezza la competenza acquisita, il 72,6% la disponibilità al dialogo, il 72,5% la chiarezza espositiva e il 62,8% è soddisfatto della capacità di valutazione. Le migliori valutazioni, però, riguardano il rapporto con gli altri studenti, che soddisfa l’87,7% dei diplomati. Meno apprezzate le infrastrutture scolastiche: solo il 56,5% giudica «adeguate» le aule, il 54,9% è contento delle palestre e della attrezzature sportive.
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Lo studio all’estero
Le esperienze di studio in un Paese straniero - dall’anno di studio all’estero fino alle vacanze per imparare una lingua -
sono comprensibilimente più diffuse tra i diplomati del liceo linguistico (66,3%), seguiti da quelli del liceo classico (43,9%),
dello scientifico (36,3%) e del tecnico economico (33,5%). Negli altri indirizzi, dice Almadiploma, la mobilità all’estero
non raggiunge il 30 per cento. I ragazzi vanno a studiare soprattutto nel Regno Unito (meta preferita dal 37,3%), in Irlanda
(16%), Spagna (11,2%), Francia (7,2%) e Germania (5,6%). Per le esperienze di mobilità più lunghe, di durata superiore a una
settimana, il Regno Unito risulta ancora più gettonato (44,2% delle esperienze di studio), seguito da Irlanda (17,1%) e Stati
Uniti (13,7%).
Inglese, questo preferito
Sul fronte delle competenze linguistiche, oltre il 71% dei diplomati dichiara di avere una conoscenza dell’inglese scritto
di livello B1 o superiore, valore che arriva al 92,2% nei licei linguistici e crolla al 44,6% nei professionali. Molto più
contenuta la conoscenza di spagnolo, francese e tedesco: al livello B1 arriva il 19,9% dei liceali e solo l’8,7% degli iscritti
ai professionali. Il 34% dei ragazzi, infine, ha conseguito diplomi di certificazione delle competenze linguistiche (come
Toefl e First Certificate).
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