Pochi under 30. Richieste prevalentemente da Sud e Isole. Per il 15% presentate da cittadini stranieri. È la prima fotografia della platea di chi ha chiesto il reddito di cittadinanza scattata dal Sole 24 Ore su 63.814 domande arrivate fino al 15 marzo ai Caf Acli, Cisl e Uil. Un campione rappresentativo, se si considera che il numero totale delle domande presentate, fino a venerdì, era di 293.062 (140mila tramite Caf).
È una settimana decisiva per la conversione in legge del decreto che ha introdotto il sussidio contro la povertà e per il reinserimento lavorativo: il Dl 4/2019 è in all’Aula alla Camera, dopo l’esame delle commissioni Lavoro e Affari sociali, che hanno introdotto nel testo modifiche, soprattutto a favore delle persone disabili e per evitare l’accesso al beneficio ai “finti” genitori single. Dopo il via libera della Camera, il testo dovrà tornare in Senato per l’ok definitivo, che deve arrivare entro il 29 marzo.
Poiché la presentazione delle domande è partita il 6 marzo, è probabile che in molti casi ci sia bisogno di aggiornare o completare le richieste presentate, per tenere conto delle modifiche subite dal decreto. È il caso degli stranieri extra-Ue, che dovranno presentare - oltre all’Isee “italiano”- una certificazione della situazione economica rilasciata dal proprio Paese d’origine. «Dovremo richiamare questi richiedenti agli sportelli per integrare la domanda - sottolinea Giovanna Ventura, presidente del Caf Cisl - e vedere nel dettaglio come sarà regolamentato questo aspetto, che potrebbe presentare criticità». Uno degli emendamenti al decreto presentati alla Camera prevede di introdurre una finestra di sei mesi di tempo a chi ha già fatto domanda del reddito di cittadinanza per portare nuovi documenti.
La platea dei richiedenti
Proviene dalle regioni del Sud e delle Isole il 55,2% delle richieste. Il 23% arriva dal Nord e il 21,4% dalle regioni del Centro. Anche secondo i dati ufficiali forniti dal ministero del Lavoro fino a venerdì scorso e riferiti alla totalità delle domande, la prima regione per numero di richieste è la Campania (con oltre 20mila aspiranti beneficiari).
Guardando all’età di chi ha fatto domanda, emerge la netta prevalenza dei richiedenti fra 30 e 67 anni, che rappresentano l’82,5% del totale.
Sono in netta minoranza, invece, i giovani sotto i 30 anni: si fermano al 6,7 per cento. La norma inserita nel decreto sul reddito di cittadinanza, che consente agli over 26 di essere considerati come un nucleo familiare a sé, quando non convivono più con i genitori, anche se sono ancora fiscalmente a loro carico - per far sì che possano chiedere il sussidio - non ha quindi avuto, per ora, un grande effetto. Questa scarsa incidenza dei giovani si spiega secondo Paolo Conti, direttore del Caf Acli, con il fatto che «gli under 30 risulteranno più spesso inseriti nel nucleo familiare dei genitori, e quelli che fanno nucleo a sé hanno già probabilmente una fonte di reddito e quindi non presentano la domanda».
Gli over 67 (che potranno accedere alla pensione di cittadinanza) sono il 10,7%: questi richiedenti sono esclusi dal percorso
di inserimento lavorativo, obbligatorio invece per i fruitori del sussidio maggiorenni che non siano già occupati o impegnati
in un corso di studi o
di formazione.
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Sono state presentate da cittadini stranieri 9.481 domande (il 15% del campione considerato). Il Caf Uil ha fornito anche un dettaglio dei Paesi di provenienza delle istanze da stranieri, includendo i cittadini Ue, che vede in testa la Romania (con 585 domande), seguita da Marocco (514) e Albania (327). Per il Caf Acli, che ha 665 sportelli, 425 dei quali al Nord, l’incidenza degli stranieri arriva al 26 per cento.
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«Molti aspiranti beneficiari del reddito di cittadinanza - spiega Giovanni Angileri, presidente del Caf Uil nazionale - hanno già preso appuntamento per aprile, in attesa della veste definitiva del decreto. Ci chiedono quali offerte di lavoro saranno obbligati ad accettare, e a quale distanza. Tutti aspetti da chiarire, per valutare l’accesso al beneficio».
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