Una flat tax al 15% per i redditi sotto 30mila euro, da finanziare con una revisione selettiva delle tax expenditures, tutelando le fasce più basse. E da far scattare contemporaneamente a una nuova fase di spending review. Le priorità del governo “gialloverde” per la legge di bilancio 2020 sono indicate chiaramente nella bozza di Pnr (il Programma nazionale di riforma) da 81 pagine e nella “griglia” del Def, che dovrebbero essere varati entro il 10 aprile. Anche se non è escluso uno slittamento di alcuni giorni.
Nei due documenti l’esecutivo conferma l’impegno di una riduzione graduale del rapporto debito-Pil «per rafforzare la fiducia degli investitori in titoli di Stato e abbattere gli oneri per interessi». E annuncia l’intenzione di studiare la possibilità di destinare anche i proventi derivanti dalla revisione delle concessioni pubbliche al Fondo di ammortamento del debito pubblico insieme agli incassi dalle dismissioni immobiliari e dalla cessione di quote di società partecipate. Un’operazione che renderebbe più agevole centrare l’obiettivo di entrate da dismissioni pari allo 0,3% medio annuo del Pil, incorporato nelle proiezioni del debito pubblico.
Le altre coordinate chiave su cui si muovono Def e Pnr sono l’alleggerimento della pressione fiscale, stimata al 42,2% del Pil nel 2018, il lavoro, la spinta agli investimenti pubblici, il rilancio delle infrastrutture e le misure per la famiglia. La rotta passa per una riduzione del cuneo fiscale, lo snellimento degli adempimenti burocratici per i datori di lavoro facendo leva sulla digitalizzazione e la promozione della concorrenza, accompagnata dal potenziamento delle Authority. Sul fronte del lavoro viene ribadita l’intenzione di introdurre un salario minimo orario per i settori non coperti da contrattazione collettiva.
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Non manca l’attenzione al nodo-banche. In aggiunta agli interventi annunciati o già in corso di definizione, il Governo conferma l’intenzione di varare un piano per facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati ma non ancora in sofferenza.
Il capitolo chiave resta quello della riforma fiscale, con la semplificazione dell’attuale sistema di tassazione dei redditi (5 aliquote). Dopo l’intervento sui liberi professionisti e autonomi, la prossima tappa del percorso studiato dal Governo prevede, oltre alla riduzione al 20% dell’Ires sulle imprese, l’introduzione dal 2020 di un’aliquota fissa al 15% per i nuclei a basso reddito. Un taglio che secondo l’esecutivo favorirà la crescita. Le risorse necessarie saranno recuperate con una revisione delle tax expenditures. Prima del varo della prossima legge di Bilancio, saranno valutati gli spazi disponibili per la “potatura” degli sconti fiscali, adottando un criterio di “costo-efficacia” per individuare le agevolazioni da eliminare o ridurre. In ogni caso la razionalizzazione sarà “selettiva” tutelando i redditi più bassi. Anche per ridurre l’indebitamento, il Governo conta di sviluppare un «paziente» lavoro di revisione della spesa corrente, con un primo pacchetto di tagli già con la prossima manovra.
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