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Questo articolo è stato pubblicato il 02 gennaio 2011 alle ore 14:51.
La scissione dei camion e dei trattori di Fiat Industrial dalla Fiat spa metterà in evidenza forze e debolezze di ciascuna delle due società. I riflettori del mercato saranno indirizzati in misura preponderante sulla seconda – quella che comprende le attività nell'automobile; per motivi storici, per il maggior numero di dipendenti in Italia, per le grandi sfide che Fiat Auto (ribattezzata da qualche anno Fiat Group Automobiles) si troverà ad affrontare. I dossier principali sul tavolo di Sergio Marchionne sono due: quello dell'alleanza con la Chrysler e quello, sindacale e produttivo, del piano Fabbrica Italia. Quest'ultimo ha visto a fine 2010 la firma del contratto per i lavoratori di Pomigliano e un accordo simile per Mirafiori, dove Fiat investirà insieme a Chrysler un miliardo per produrre SUV con i marchi Alfa e Jeep. Sia a Pomigliano che a Mirafiori, ai contratti non ha aderito la Fiom.
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Per quanto riguarda l'intesa con Chrysler, nel 2011 sono previsti passi in avanti sia dal punto di vista operativo – verso la progressiva integrazione delle piattaforme – che da quello finanziario, con un aumento della quota di Chrysler in mano a Fiat. Il 2011 vedrà il debutto sul mercato americano della prima Fiat da 25 anni – la 500 che è già stata presentata al Salone di Los Angeles – e l'arrivo in Europa di una serie di modelli Fiat e Lancia derivati da vetture Chrysler: un monovolume Fiat derivato dalla Dodge Journey, uno Lancia basato sul Chrysler Voyager, la berlina Lancia Thema ricalcata sulla Chrysler 300C. Questa integrazione delle piattaforme è una delle maggiori fonti di sinergie previste nell'ambito dell'alleanza, poiché permetterà a ciascuno dei due gruppi di ottenere nuovi prodotti a costi inferiori. Altrettanto rilevante è l'aspetto finanziario: secondo i termini del contratto firmato nel 2009, una volta che Chrysler avrà restituito i prestiti governativi ricevuti per il salvataggio, Fiat avrà l'opzione di acquistare il 16% che – aggiunto al 15% che otterrà al raggiungimento di una serie di obiettivi industriali – le permetterebbe di salire al 51% già entro il 2011 e anche prima del ritorno in Borsa di Chrysler.