«Noi italiani a tutti i livelli siamo, e siamo considerati, bravi nel proporre, spesso nel decidere, ma piuttosto deboli nel follow-up, nel dare seguito realizzativo alle decisioni». In un'ora e mezza di colloquio, nel suo ufficio a Palazzo Chigi, Mario Monti per un attimo parla più da professore che da presidente del Consiglio ma tocca il punto centrale della questione italiana e assume un impegno (pesante) con se stesso e con i cittadini.
Il Sole 24 Ore ha deciso di prenderlo in parola. Ogni mese verificheremo lo stato di attuazione dei tanti provvedimenti strutturali del suo governo che sono destinati a incidere in profondità nella vita degli italiani. Sappiamo bene da che cosa partiamo visto che sabato 25 agosto abbiamo potuto documentare che il grado di attuazione del cosiddetto Salva-Italia (pensioni, Imu, lotta all'evasione) è al 30,1%, per la semplificazione (meno vincoli a imprese e cittadini a partire dalla certificazione unica ambientale) si è fermi al 4,7% e per l'ultima arrivata spending review (pubblico impiego, sanità, province, spesa per acquisti di beni e servizi) si è raggiunto l'1,9%.
La qualità esecutiva dell'amministrazione e la qualità della vita dei cittadini si fondono e diventano un tutt'uno in un momento di crisi globale come quella attuale e di conseguente restrizione di risorse pubbliche da destinare al sostegno della crescita. Riuscire a misurare la capacità reale dell'azione di governo significa aiutare le famiglie, il mondo della produzione, delle professioni e del lavoro a separare il fumo dalla sostanza, a distinguere tra ciò che è già cambiato e ciò che (forse) cambierà. Un ancoraggio prezioso di conoscenze in una stagione dove tutto è in movimento e il livello di disorientamento inevitabilmente sale.
Casa e fisco, ma anche liberalizzazione dei mercati e delle professioni. I bonus per le ristrutturazioni edilizie e i project bond per finanziare le opere pubbliche. Il nuovo lavoro e la nuova previdenza. La geografia "riscritta" dei tribunali e il riassetto della giustizia civile e del fallimentare. L'elenco potrebbe continuare, ma basta e avanza questo per rendersi conto che il numero di interventi strutturali decisi, ma ancora da attuare, riguarda il presente e il futuro del Paese.
Oltre a un quadro mensile aggiornato sul tasso di attuazione dei singoli provvedimenti, ci impegniamo ad offrire ai nostri lettori un rapporto semestrale sull'impatto che l'attuazione di questi interventi determina nell'economia e nella società. Lo faremo nei confronti di questo presidente del Consiglio e dei successivi inquilini di palazzo Chigi con un'unica finalità che risponde ai criteri fondanti di un giornale di servizio qual è e sempre più dovrà essere Il Sole 24 Ore. I cittadini hanno il diritto di sapere come stanno davvero le cose per potere operare le proprie scelte personali e giudicare, a ragion veduta, l'operato di chi ci governa. Che, a sua volta, dovrà sporcarsi le mani con un materialismo noioso ma fondamentale per mettere in opera ciò che ha deciso. Altrimenti arriveremmo al paradosso di ingigantire il "mostro burocratico" tutto italiano con quegli stessi provvedimenti che si propongono di sconfiggerlo. L'Italia deve guarire dalla malattia che l'idea vale più della realizzazione.
P.S. Nella (buona) capacità realizzativa c'è anche l'intelligenza di riconoscere gli errori e i nuovi vincoli alla flessibilità in entrata, in un momento di crisi, rischiano di aumentare la disoccupazione e trasformare la generazione della precarietà eterna nella generazione della paura.