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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2013 alle ore 19:48.

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Partita con un tabellone stellare, che comprendeva i primi 44 giocatori del ranking e 19 delle migliori 20 giocatrici, la 70esima edizione degli Internazionali d'Italia si è chiusa con due delle migliori finali immaginabili (almeno sulla carta). Federer contro Nadal e Williams contro Azarenka. Se, poi, le due sfide si sono rivelate ben al di sotto delle aspettative, non si può dare la colpa a nessuno. Se non a un Roger Federer irriconoscibile o allo strapotere di Serena Williams.

Lo spettacolo, comunque, non è certo mancato durante tutta la settimana. E la risposta del pubblico è stata, addirittura, superiore alle attese degli organizzatori, che si aspettavano un incasso sui 6 milioni mentre il totale ha raggiunto i 6.453.000 euro, ovvero il 25% in più dello scorso anno. Anche il record degli spettatori è stato infranto, con un pubblico totale di 167.961 persone contro le 165.478 del 2012.

Un trend di crescita che prosegue da diverse stagioni e non soltanto sul versante della cassa. Tra i vari primati messi a segno in questa edizione troviamo, per esempio, il record storico di spettatori paganti al Foro Italico. Un risultato raggiunto nella giornata di mercoledì 15 maggio, con 27.672 biglietti staccati, che supera di oltre mille unità quello precedente di 26.412 spettatori del 16 maggio 2012. Stesso discorso per la sessione serale di sabato che ha registrato un'affluenza di 9.979 persone, facendo segnare il sold out sugli spalti del Centrale.

L'unico vero problema del torneo sono stati i ritiri. Murray e Sharapova in testa ma anche Tipsarevic, Kerber e, poi, Wawrinka, Kirilenko, Makarova, Malisse e Morita durante la settimana. In particolare, il caso di Masha dovrebbe far riflettere. La russa era in piena forma, stava giocando alla grande, poi, all'improvviso, ha dato forfait senza neppure scendere in campo. Nessuno dubita che stesse male davvero ma è stata lei stessa a dichiarare, senza giri di parole, di non voler rischiare l'appuntamento più importante con il Roland Garros. E proprio qui sta il problema. Gli Internazionali d'Italia infatti si trovano, oggi, troppo vicini allo Slam parigino dal quale li separa una sola settimana.

Fino a pochi anni fa, tra il torneo di Roma e il Roland Garros, si giocava ad Amburgo. Ora, invece, la gara romana si trova subito dopo un altro Masters 1000, Madrid, e appena prima di uno Slam. Con questa collocazione in calendario, è naturale che un tennista, al minimo sentore di un qualsiasi problema fisico, preferisca risparmiarsi per il Roland Garros.

Viene da chiedersi se un torneo con il prestigio e la storia degli Internazionali d'Italia non meriterebbe di essere inserito al posto di quello spagnolo. Madrid è un appuntamento importante e organizzato molto bene ma, sia detto senza alcun accento campanilistico, Roma ha un'altra tradizione. Perché, allora non si gioca prima in Italia e poi in Spagna? Non sembra eccessivamente malizioso, tra le altre cose, pensare alla gestione madrilena targata Ion Tiriac, ricchissimo e potentissimo imprenditore romeno dai forti agganci politici.

Ma la vera partita che si apre ora e che verrà giocata tra la capitale italiana e quella iberica è ancora più grossa e interessante. Dal 2015, infatti, il calendario atp subirà un'importante modifica, con l'aggiunta di una settimana in più di intervallo tra Roland Garros e Wimbledon. Stoccarda, a quel punto, trasformerà i suoi campi attualmente in terra battuta in verdi prati sui quali prepararsi ai Championships. E con la nuova programmazione, l'atp ha fatto sapere di voler portare la durata di un torneo, o Roma o Madrid, a dieci giorni, facendolo così diventare una sorta di via di mezzo tra un Masters 1000 e uno Slam. Un po' come accade a Indian Wells e Miami, per intenderci. Di fatto, il montepremi risulterebbe raddoppiato, con il conseguente salto di qualità del torneo.
Dalla sua, Roma ha la crescita costante degli ultimi anni, sia in termini di incasso e di spettatori che di qualità dell'organizzazione, nonché il grande prestigio di un appuntamento che, tolto il Roland Garros, rimane il più importante e ricco di fascino su terra battuta. Madrid, che pure ha venduto 50mila biglietti in più quest'anno, ha spesso mostrato spalti semivuoti (soprattutto durante gli incontri femminili) il che è sempre piuttosto desolante da vedere. Va detto che il torneo spagnolo può vantare i campi che possono essere coperti in caso di pioggia della Caja Magica oltre che il nome di un peso massimo, come il già citato Ion Tiriac, da spendere.

L'idea che si possano giocare entrambi i tornei sui 10 giorni non sembra, al momento, molto realistica. La sfida è, dunque, ufficialmente iniziata.

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