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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2013 alle ore 13:58.

Il centrodestra corre per consolidare la supremazia in città. Il centrosinistra vuole dimostrare che quella di Alemanno è stata solo una parentesi nell'amministrazione della città che dal 1993 ha sempre controllato. Ma la sfida per il Campidoglio del 26-27 maggio non è solo questo. Parliamo pur sempre della capitale, e le vicende del suo governo non possono che avere ripercussioni sulla politica nazionale. Ne sa qualcosa il centrosinistra: nel 2008 la perdita della città avviò la parabola discendente di Walter Veltroni (ex sindaco di Roma), che nel 2009 fu costretto a lasciare la segreteria del Pd.
Gli elettori della capitale (2,3 milioni, su 6,9 milioni italiani chiamati alle urne in questa tornata) dovranno scegliere tra 19 candidati sindaco appoggiati da 40 liste. Ma ad avere le maggiori chance sono solo in 4: il sindaco uscente Gianni Alemanno (Pdl, Destra, FdI e tre liste civiche) e il candidato del centrosinistra Ignazio Marino (Pd, Sel, Cd, Psi, Verdi, civica), con due outsider a tentare di rompere i giochi: Marcello De Vito (Movimento 5 Stelle) e l'imprenditore Alfio Marchini, con le sue liste civiche. Molto probabile che per scegliere il nuovo primo cittadino si dovrà attendere il ballottaggio del 9-10 giugno. E allora potrà succedere di tutto: 5 anni fa Francesco Rutelli vinse il primo turno con cinque punti di scarto su Alemanno. Sembrava fatta per il centrosinistra, ma al secondo turno l'esito si ribaltò.
Pur avendo governato Roma sono con Alemanno (5 anni sugli ultimi 20), il centrodestra è stato sempre molto forte in città: durante le giunte Rutelli e Veltroni si diceva che Roma era una città di destra amministrata da sindaci di sinistra.. Alcuni esponenti nazionali del Pdl hanno fortissime radici all'ombra del Colosseo, dagli ex capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, fino al commissario europeo Antonio Tajani. Dopo le difficoltà degli ultimi anni (dal presunto scandalo parentopoli del 2011 fino alla crisi in Regione del 2012) tutti gli uomini forti del Pdl (dagli ex An agli ex Fi) si sono ricompattati al fianco del sindaco uscente. Dopo una iniziale titubanza, anche gli ex colleghi di partito di Fratelli d'Italia (con in primis il deputato Fabio Rampelli e l'ex ministro Giorgia Meloni) si sono orientati su Alemanno. Come pure la Destra di Storace, che pur essendo stato all'opposizione nella consiliatura uscente, ha apprezzato il sostegno del sindaco alla sua recente candidatura alle regionali. A chiudere la campagna elettorale di Alemanno lo stesso leader del Pdl, Silvio Berlusconi.
Dopo aver vinto a sorpresa le primarie del centrosinistra (dal Pd a Sel), a sfidare Alemanno sarà Ignazio Marino, genovese, ex senatore e chirurgo. L'allora segretario del Pd Pier Luigi Bersani non si schierò durante le primarie, ma ora bisognerà vedere l'impatto che avrà sull'elettorato di centrosinistra lo sfaldamento del Pd a livello nazionale. A favore di Marino gioca l'appoggio del neogovernatore del Lazio Nicola Zingaretti. Zingaretti (che prima delle elezioni anticipate in Regione era il candidato a sfidare Alemanno) sta emergendo sempre più come esponente Pd di caratura nazionale: pur avendo in passato appoggiato Bersani, è l'unico in grado di ricompattare il partito a livello regionale, grazie anche all'asse con il segretario del Lazio Enrico Gasbarra (ex Ppi).
A rendere la competizione per il Campidoglio molto incerta è il ruolo di due possibili outsider: Marcello De Vito (M5S) e il candidato civico Alfio Marchini. Il M5S alle ultime politiche ha preso più del 27% a Roma ma il movimento di Beppe Grillo nelle contemporanee elezioni regionali ha preso 7 punti in meno: tutto da verificare quindi l'appeal alle comunali. L'imprenditore Marchini punta ai delusi del Pd e del Pdl, e ha le simpatie di parte del mondo imprenditoriale romano (in primis la influente categoria dei tassisti, che ha tolto il proprio sostegno ad Alemanno). Inoltre ha attratto alcuni ex Udc (partito sfaldatosi dopo le ultime politiche e regionali), come l'ex capogruppo in campidoglio Alessandro Onorato (ma Luciano Ciocchetti, storico uomo forte dell'Udc in regione, si è schierato a fianco di Alemanno.
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