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19 marzo 2014

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Impresa & Territori IndustriaExport e bonus mobili danno respiro all'arredo

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Export e bonus mobili danno respiro all'arredo

MILANO
L'export – come, del resto, da un po' di anni a questa parte – salva i conti e i fatturati. In Italia, invece, per fortuna che c'è il bonus a rallentare (certo non ad arrestare) la valanga che dall'inizio della crisi ha travolto del 40% la domanda interna. La filiera del legnoarredo – 370mila addetti, 70mila imprese e un fatturato complessivo di oltre 27 miliardi di euro – fa i conti con l'anno che si è appena chiuso e, proprio sui timidi segnali che arrivano da mercato interno, prova a rilanciare sul 2014, consapevole che metà delle piccole e micro imprese che lo compongono ha ancora il baricentro troppo spostato sull'asfittico mercato domestico.

Secondo i consuntivi diffusi pochi giorni fa da FederlegnoArredo, l'anno 2013 ha registrato un calo del fatturato per il macrosistema Legno-Arredo (-3,2%), con numerose chiusure di aziende (-2.400) e perdita di occupati (-6.800). È soprattutto il mercato nazionale ad attraversare le maggiori difficoltà: il consumo interno apparente registra ancora un -7,1% rispetto al 2012. Una situazione che sarebbe stata assai peggiore se il Governo, a giugno, non avesse varato il bonus mobili (l'articolo 16 del Dl 63/2013 che consente di detrarre in dichiarazione, in 10 anni e nel quadro di una ristrutturazione edilizia, il 50% delle spese per l'arredo sino a un massimo di 10mila euro e che è stato prorogato a tuto il 2014). In pratica, il bonus mobili, solo nell'ultimo trimestre 2013, ha permesso di recuperare il 4% delle vendite nazionali, tenere aperte mille aziende, salvaguardare 3.800 posti di lavoro e recuperare oltre 300 milioni di fatturato alla produzione. Il segno resterà negativo anche nel 2014 ma le perdite sul mercato interno dovrebbero dimezzarsi. Per questo, ha spiegato Giovanni Anzani, presidente di Assarredo, chiediamo all'Esecutivo «un'Iva agevolata dell'8% sugli arredi, nell'ambito dell'attesa rimodulazione delle aliquote, che allinei l'Italia agli standard europei. In Spagna, Francia e Belgio l'aliquota Iva sui mobili è compresa tra il 6 e il 10% mentre in Italia è al 22% per la maggioranza dei beni e complementi di arredamento». Magari non per tutti, se la coperta è corta, aggiunge Anzani, ma «potrebbe valere per le giovani coppie o per i genitori single con figli minori».

Intanto, l'unica "voce" col vento in poppa sono le esportazioni (+2,4%). Nel 2014 è attesa un'ulteriore crescita del +3,4. Il saldo commerciale continuerà a crescere nel biennio 2013-14 fino a raggiungere quasi 9 miliardi di euro. E mentre la nostra quota di export nell'Europa a 28 più la Svizzera è passata dal 65% del 2008 aL 57% del 2013, la fetta di mercato "made in Italy" nell'area extra-Ue è passata, rispettivamente, dal 35 al 43%. «I nuovi Paesi crescono – ha affermato Roberto Snaidero –. Il più promettente si conferma la Russia. Non il Brasile per via dei dazi. Ma nel medio-lungo termine stiamo lavorando per crescere su India e Cina». Secondo il centro studi di FederlegnoArredo, nel primo semestre 2013, le esportazioni italiane negli Usa del macrosistema arredamento (mobili, arredamento, illuminazione, arredoufficio e arredobagno), ammontavano a 353 milioni di euro (+14,8% rispetto a gennaio-giugno 2012). Dopo Germania, Francia, Regno Unito e Russia, gli Usa sono il quinto mercato di destinazione, il primo al di fuori del continente europeo. In linea con il dato Istat complessivo delle vendite extra Ue che ad ottobre registra +12,6% verso l'altra sponda dell'Atlantico. La stessa FederlegnoArredo ha ufficio a Chicago e con un accordo di partnership è, in Italia, il front desk per Iida (l'International Interior Design Association americana).

Infine, è la formazione l'altro tassello su cui si gioca la partita sulla tenuta del settore. Dopo l'accordo siglato tra FederlegnoArredi e Regione Puglia per favorire la riconversione professionale degli addetti del "distretto del salotto", la Regione Lombardia è pronta a un finanziamento di 200mila euro per sostenere l'istituto professionale per il mobile, aperto in Brianza per formare maestranze ma anche addetti commerciali specializzati.

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