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Pompei, otto mesi di passione

17 luglio 2014

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Impresa & Territori Made InPompei, crolli al tempio di Venere e nella necropoli di Porta Nocera

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Pompei, crolli al tempio di Venere e nella necropoli di Porta Nocera

È un marzo meteorologicamente atipico a Pompei: piove come se fosse novembre. E come a novembre, nell'area archeologica meglio nota e peggio conservata del mondo, arrivano i crolli: stavolta è toccato al Tempio di Venere e a una porzione di mura della tomba di Lucius Publicius Syneros, situata nella cosiddetta necropoli di Porta Nocera.

Il primo crollo si è verificato nella serata di ieri nel Tempio di Venere con la caduta di alcune pietre dalla spalletta del quarto arcone sottostante la struttura antica. La muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata. L'area è interdetta al pubblico.

L'altro crollo, più grave, a quanto risulta al Sole 24 Ore, sarebbe avvenuto questa notte. A individuarlo, in mattina, i custodi del sito archeologico impegnati nei rituali giri di perlustrazione. La tomba di Lucius Publicius Syneros è nota per l'iscrizione in marmo – per fortuna non interessata dal crollo – riportante i nomi delle persone che vi furono sepolte: oltre al «padrone di casa» Lucius Publicius Syneros, i suoi liberti Aebia Fausta, Lucius Aebius Aristo e Aebia Hilara. Gli ultimi crolli in ordine di tempo risalgono al novembre del 2013, quando abbiamo assistito a qualcosa come cinque episodi in soli 28 giorni.

Dario Franceschini, neo-ministro dei Beni culturali, vuole vederci chiaro e ha convocato una riunione d'urgenza per martedì prossimo in quel del Collegio Romano. Alla riunione, che si terrà martedì 4 marzo alle ore 10.30 presso il Mibact - informa una nota - parteciperanno: il soprintendente incaricato Massimo Osanna, il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati, il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri.

Come spesso è accaduto in questi anni, a partire dallo scempio della Schola Armatorum datato novembre 2010, i crolli intervengono con puntualità a sottolineare la situazione di grande confusione che si respira nell'area archeologica.

L'inserimento nella black list dei siti patrimonio dell'umanità è stato scongiurato, a dicembre scorso, con la consegna entro il termine stabilito del piano di gestione, ma le incognite sulle sorti del sito restano innumerevoli. Ancora vuota la poltrona di soprintendente: Osanna, designato dall'ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray, per insediarsi continua ad aspettare il parere della Corte dei conti.

Contro la sua nomina gioca la normativa sulla spending review nella pubblica amministrazione, suffragata negli ultimi tempi da una serie di pronunciamenti della magistratura contabile: Osanna è infatti un «esterno», ma la sua candidatura è stata preferita a quelle di tre dipendenti del Mibac. Insomma: i precedenti non giocano esattamente a suo favore. E le redini della soprintendenza pompeiana restano ad interim nelle mani del direttore generale per le Antichità Luigi Malnati.

Per provare a portarsi avanti col lavoro, Osanna si è comunque fatto vedere a Pompei nelle ultime settimane. Quanto alla task force istituita dalla Legge Valore Cultura (la 112 del 2013), al momento sono coperti solamente gli incarichi di direttore generale, con Giovanni Nistri, generale dei carabinieri, e quella di vice direttore vicario, con il funzionario del ministero Fabrizio Magani. Da definire tutti gli altri ruoli della squadra che avrà il compito di velocizzare l'attuazione del Grande progetto Pompei da 105 milioni cofinanziato dall'Ue (il bando per l'individuazione dei cinque esperti previsti a supporto del dg è uscito soltanto il 21 febbraio).

Un maxi-piano d'interventi che di maggiore velocità ha assolutamente bisogno: dalla primavera del 2012 a oggi è stato consegnato un solo cantiere, quello della Domus del Criptoportico per altro non ancora fruibile dai visitatori. A breve chiuderanno poi i lavori nella Casa delle Pareti Rosse. Si prosegue a piccoli passi: sarà dura spendere tutta la dote messa a disposizione da Bruxelles entro il termine prestabilito del giugno 2015. E intanto la «falla» continua ad allargarsi, crollo dopo crollo.

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