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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 07:30.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 15:08.

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Appresa la notizia del fidanzamento di George Clooney con Amal Alamuddin che prelude a nozze, vi è per fortuna un momento in cui si smette di perlustrare il web come un cane cacciatore alla ricerca di foto della bella avvocato che dimostrino l'oziosa e poco edificante teoria secondo cui la bella di profilo non è poi così bella, e si riflette su quello che finora non è stato ripetuto come ritornello.

Ovvero che Clooney/Alamuddin sono un seminario di politica estera fatto coppia, ne fanno più loro due con un anello di fidanzamento che l'amministrazione Obama accusata di ripiegare in faccende di casa. Anche in questo senso forse, con un po' di gratuita cattiveria nei cofronti delle passate compagne, gli amici di lui hanno detto «finalmente George ha trovato qualcuna al suo livello».

Di Clooney si conosce bene la passione per il mondo, le cause giuste e i posti dove tutto è sbagliato: l'impegno per il Darfur, regione del devastante genocidio in Sudan, l'adesione a think tank Council on Foreign Relations, idee liberal e progressiste che ha messo in molti suoi film, regista da Good Night and Good Luck (il giornalismo e una certa etica) all'ultimo The Monuments Men (il recupero di opere d'arte trafugate dai nazisti, «lo sceneggiatore ha trovato il libro con questa storia all'aeroporto, ci è piaciuta, l'abbiamo fatta» ha buttato lì da Fabio Fazio, senza bisogno di rivelare improvvise epifanie letterarie).

Nel 2006 Clooney è produttore e protagonista di Syriana, bel film in cui la politica estera vien raccontata per quel che è, più punti di vista, somma di interessi politici ed economici opposti che stanno o tentano di stare in equilibrio: al centro il petrolio e un protagonista, l'appesantito agente della Cia Bob/George, che perde ma fino all'ultimo tenta di cambiare il sistema in cui crede.

Con Amal, Clooney esercita un soft power che la sua patria sembra aver smarrito. Alamuddin - s'è detto e ridetto – è avvocato, conosce tre lingue, ha studiato a Oxford e si è specializzata alla New York University, vive e lavora a Londra, è stata consulente dell'ex segretario dell'Onu Kofi Annan. La lista dei suoi clienti non è però politicamente corretta come la filmografia di Clooney:

1)Yulia Tymoshenko, leader ucraina filooccidentale che nella precedente vita è stata controversa donna d'affari: ora è la pasionaria con la crocchia da brava nonna ucraina scarcerata dopo la rivolta di piazza contro il suo avversario presidente Yanukovich, ma fino a dieci anni fa era una delle donne più ricche del paese i cui affari non erano proprio lindi.

2 ) Julian Assange, accusato da due donne svedesi di stupro per non aver usato il preservativo, al centro di un processo di estradizione che si è tenuto a Londra. Il fondatore di Wikileaks è per alcuni un eroe della trasparenza per altri un uomo che non dice tutta la verità sul modus operandi della sua organizzazione. Con le soffiate delle operazioni in Iraq e le mail fra diplomatici diffuse attraverso grandi quotidiani (Cablogate) ha creato sì molto imbarazzo e probabilmente alcuni problemi alle attività di intelligence. Non può mettere piede negli Stati Uniti che fra l'altro considera Stato-prigione.

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