I nuovi benefattori e gli stili della filantropia. Per gioco, esibizionismo o veri intenti solidali.

La sua esperienza è diventata un racconto autobiografico, «L'Angelo invisibile. La vera storia del benefattore che aiuta chi è rimasto indietro» (editore Feltrinelli). L'Angelo, così ribattezzato, è un uomo d'affari, dirigente bancario e professionista della finanza, che si è dedicato personalmente al sostegno di chi è in difficoltà: leggendo la rubrica delle lettere del Corriere della Sera e aiutando chi sfogava lì i propri drammi di povertà e solitudine. Il libro racconta le storie delle persone sostenute, il senzatetto e chi teme lo sfratto, chi è rimasto senza lavoro e chi si barcamena tra più impegni, giorno e notte, pur di tirare avanti. Aiuti non solo economici, ma anche "umani". L'attività dell'anonimo benefattore milanese si è allargata alle missioni in America latina, e alla creazione della Fondazione Condividere, attraverso cui raccogliere altri contributi e distribuire gli aiuti («noi non siamo ciò che possediamo, ma ciò che rappresentiamo per gli altri). Alla Fondazione vanno anche i proventi del libro, «la storia di un uomo che incontra i poveri nelle missioni in Perù, ma che li ritrova sotto casa sua a Milano, e non si gira dall'altra parte».